Due notizie alimentari oggi sui giornali, due pesi e due misure. Da una parte l’Accademia Italiana della Cucina, che presenta una ricerca condotta con l’ausilio dei Nas secondo cui nella cucina italiana ci sarebbero troppe ricette false. Ne hanno scoperte 360 e tutte realizzate con ingredienti diversi da quelli che ci si aspetta per la ricetta originale.
Da qui una discussione, avviata da Repubblica oggi, su “profanazioni” e “interpretazioni”: le prime sono i falsi denunciati dall’Accademia della Cucina (la milanese con la carne di maiale – ad esempio – il pesto senza i pinoli o l’aglio, le lasagne alla Bolognese con le sottilette, ecc.), le seconde sono le fantasie degli chef della “nuova cucina italiana” che partendo dagli ingredienti originali creano piatti nuovi.
Ma sempre oggi (il Giornale) arriva la doccia fredda dell’Unione Europea che vorrebbe invece autorizzare la produzione del vino rosato mischiando vino rosso con vino bianco. Una mazzata sulla tradizione dei nostro rosati, realizzati invece solo con uve rosse e con un metodo di vinificazione che consente di ottenere questi vini dal colore rubino scarico e dai profumi spiccati. E tutto questo avviene proprio in un momento di grande ascesa per i vini rosati in tutto il mondo (sic!).
Che dire? Facciamo sempre più fatica a riconoscerci in questa Europa dei burocrati, sensibili agli interessi di qualche lobby produttiva e capaci – pur di compiacere i potenti – di rasentare l’ignoranza.
Tuttavia, scorrendo “La Notizia del Giorno” (www.clubpapillon.it) odierna arrivano anche note positive, come l’accordo tra le fiere alimentari italiane, partito lunedì con la conferenza stampa per lanciare Tuttofood, passato per un patto di non belligeranza tra Verona e Milano (una il vino e l’altra il cibo) e infine l’annuncio odierno dell’alternanza tra Parma e Milano per la cadenza delle due fiere ammiraglie Cibus e Tuttofood. Anche sulle fiere arriverà la Ue a rompere il giocattolo?