La Coldiretti esulta: come il Papa nei Giardini Vaticani anche Barack Obama avrà il suo orto, che la moglie Michelle intende impiantare nelle aiuole della Casa Bianca, dove Jacqueline Kennedy coltivava le rose. La notizia campeggia su tutti i giornali di oggi enfatizzando la cosa come “la nuova politica alimentare statunitense che promette un svolta”.
In realtà la questione dell’orto sul balcone o in giardino ha prodotto anche la nomina di Margaret Hamburg come responsabile della Food and Drug Administration, E presto seguirà un programma di lotta all’obesità e al cibo spazzatura. Tutto questo con l’idea di incentivare l’attività agricola dei giovani e sostenere quella locale e biologica.
Ma coltivare l’orto e dedicarsi al giardinaggio – si legge su Libero – allunga la vita alle persone di mezza età (almeno di due anni, dicono le ricerche e ci chiediamo come cavolo si fa a fare questi calcoli). Sono i dati di uno studio svedese condotto dai ricercatori dell’Università di Uppsala. Intanto i dati diffusi dalla Coldiretti registrano che il 37% degli italiani si dedica con soddisfazione a questa attività.
Che dire? Se c’è un effetto che sta producendo la cosiddetta crisi è il ritorno alle cose reali. E mentre ieri si tornava a parare della vacanza in campagna, come scelta di molti per la prossima estate, oggi è d’attualità il faidate. Venerdì su Avvenire, ho provocato sul tema il professor Giorgio Calabrese, dietologo di fama, asserendo che fare la potatura delle viti è a tutti gli effetti un’attività fisica, di quelle che consigliano i medici per chi fa troppa attività sedentaria.
Il problema è che non sappiamo più da che parte iniziare: sia per l’orto sia per la vite. Abbiamo internet e google e conosciamo meno dei tempi del medioevo. Però l’orto di Obama, almeno, ci mette nella direzione di qualcosa di reale che possa riempire le giornate. Della serie: più orto e meno televisione. Uguale più gusto.