Striscia La Notizia l’ha lanciata sabato sera, a sorpresa, mentre 30mila persone già l’hanno prenotata. E’ la vecchia cara Agenda, ricreata in chiave moderna ogni anno da quattro anni da uno staff di 20 persone, di tutte le generazioni, che vuole portare il gusto e la bellezza dentro la casa. Si intitola Adesso, 365 giorni da vivere con gusto ed è un vero e proprio libro cult che sta mietendo successi all’Artigiano in Fiera di Milano (ingresso del padiglione 1/3).



A cosa si deve questo? Intanto credo che ci sia bisogno di riscoprire le cose certe che ci sono state trasmesse nel passato. E questo è un sicuro antidoto ai messaggi negativi che emergono dal rapporto di quest’anno del Censis: siamo descritti come un popolo apatico e senza desideri.

Ma non è così, perché nel nostro DNA ci sono gli anticorpi per ripartire. Ad esempio coltivando un fiore o facendo l’orto sul balcone, oppure giocando coi colori per abbellire la propria casa, o ancora riscoprendo il gusto di cucinare con gli avanzi o di preparare il piatto della festa, uno per ogni domenica dell’anno (che da qui a Natale ogni giorno proporremo su IlSussidiario.net). 




Adesso
è un baedeker ricco di pillole conoscitive, che annoverano persino gli antichi saperi della dietologia cinese o il piacere di farsi il pane e la birra in casa. Da quattro anni realizziamo questo libro che deve essere innanzitutto bello (immagini, quadri d’autore, disegni e foto sono tutti originali, come le ricette) e che deve rimanere per la vita: c’è infatti uno spazio libero in ogni pagina del giorno dove chiedo a chi ha il libro di diventare con me coautore, lasciando un pensiero, un segno, che racconti ‘adesso’, di come la vita può essere positiva”.



All’inaugurazione della Fiera dell’Artigianato di Milano, che è un incredibile mercato di incontro tra consumatori (milioni di persone) e operatori (circa 3.000 artigiani espositori), il patron Antonio Intiglietta si è scagliato contro gli uccelli del malaugurio e i profeti del catastrofismo, mentre il giorno dopo la cantante Mina, nel suo fondo domenicale sulla Stampa ha risposto: “Al Censis e a tutto il sociologiume del piagnisteo chiederei di spostare lo sguardo su altre, più potenti fotografie. Forse meno nitide, ma ugualmente reali. Avremmo potuto percepire atti d’amore, sogni inespressi, lacrime di gioia, parole sussurrate, lampi di intelligenza, sguardi d’intesa. La vita che non riesce a tradursi in numeri è più esplosiva delle brutture che rapporti e media continuano a rovesciarci addosso.” Io condivido in toto e voi ?