Sono appena tornato da un viaggio di una settimana in Toscana, ad assaggiare olii (splendidi), vini e cose buone che racconterò sul Golosario. Ho visto la famiglia che ha creato un bed&breakfast alle porte di Arezzo e così facendo ha salvato un luogo che era conosciuto fin dal Medioevo. Ho visto la fabbrica del cioccolato Amedei e quella dei biscotti Corsini, che sono nate entrambi da una semplice intuizione, nella bottega di un artigiano pasticciere e panetterie. Ho visto agriturismi, paesi, negozi, e persino dei monaci benedettini che in 14 anni hanno tirato su un monastero nuovo, ispirato ai criteri della bioarchitettura. Il monastero di Siloe è a Poggi del Sasso(Grosseto) e merita per i peperoncini e per l’olio extravergine di oliva molto intenso.

Insomma ho visto un’Italia che ogni mattina che si sveglia rimodella un territorio, crea relazioni e porta qualcosa di molto italiano che è appunto il riferimento al gusto. Sul mio sito www.italiadiglosaria.it ho descritto tutto il mio viaggio, che ha lo stupore di tanti altri viaggi, fino al Monferrato, dove migliaia di persone sono pronte a venire, nei primi due week end di marzo, a vivere un’edizione speciale di Golosaria(tutto il programma è su www.golosaria.it) proprio tra cascine, castelli, paesi, dove qualcuno ha conservato un territorio antico per ridarcelo nel silenzio di queste giornate.

Quel silenzio che Marina Corradi, questa settimana, ha descritto con un memorabile articolo sul settimanale Tempi, dove parla proprio del mio Monferrato e di quell’incapacità ad ascoltare che ci coglie tutti, oggi, nell’era delle supertecnologie della comunicazione.

Ma con un sacerdote che abita in uno di questi paesi, un genio dell’informatica, abbiamo messo su iPhone e iPad tutte le mie scoperte: più di 2.000 ristoranti (Il Golosario – Ristoranti) e più di 3.000 negozi (Il Golosario negozi e cose buone. Questo solo per iPad). Da pochi giorni mi arrivano messaggi di apprezzamento, ma ciò che più mi rende felice è aver amplificato, partendo dalla carta stampata, il lavoro di migliaia di protagonisti di questa Italia operosa che col proprio lavoro raccontano un po’ anche cosa siamo noi, ciascuno di noi. Vediamoci a Golosaria!