È arrivata la conferma: la storia dell’intossicazione alimentare in un ristorante a Gubbio è una fake news. La vicenda era diventata virale sui social network nelle scorse ore, con tanto di audio dei presunti protagonisti e potenziali immagini che raffiguravano gli effetti che il pesce andato a male avrebbe causato ai commensali. In realtà, c’è ben poco di vero. A raccontare quanto accaduto, a Italia Sì, è stato un membro dell’associazione di pescatori Ikuvium Big Game Fishing, che ha organizzato il pranzo incriminato lo scorso 2 ottobre.



“Eravamo 101 commensali e mentre era in corso il pranzo una di noi si è sentita male. È stato chiamato il 118 e la donna è stata trasportata in giardino, dove le sono state prestate le necessarie cure. In questo frangente per la preoccupazione un altro commensale, parente della signora, ha accusato uno svenimento. Entrambi alla fine sono stati trasportati in ospedale. I malori però non hanno avuto nulla a che vedere con il cibo, non si è trattata di intossicazione alimentare. Il referto dell’ospedale lo testimonia”, ha affermato l’uomo. Anche il sindaco della città ha confermato: “La nostra tradizione gastronomica è di ottima eccellenza e viene costantemente premiata in Italia e nel mondo, vi invitiamo a venire a provarla”. (agg. di Chiara Ferrara)



INTOSSICAZIONE ALIMENTARE IN RISTORANTE A GUBBIO: LA STORIA

Sta circolando sul web una vicenda che sta facendo alquanto discutere e che riguarda un ristorante di Gubbio in cui una comitiva di 40 persone si sarebbe sentita male dopo essere rimasta intossicata a seguito di un pranzo a base di pesce. Come riferisce TgCom24.it, i social ma anche WhatsApp sono stati inondati in queste ore di testimonianze e anche file audio, ma “è una storia che fa acqua da tutte le parti”, aggiungono i colleghi di Mediaset. Secondo quanto si legge su alcuni giornali la vicenda risalirebbe allo scorso 2 ottobre quando una comitiva di pescatori si sarebbe recata in un ristorante per consumare il pescato.



Peccato però che qualcuno abbia deciso di cibarsi addirittura di pesce crudo, finendo poi per dover andare in bagno, e persino, si legge sui social, anche negli angoli dei ristoranti per non riuscire a trattenere il mal di stomaco. C’è anche chi ha tentato di raggiungere casa sano e salvo, per poi finire in un fossato sopraffatto dal dolore “Ovviamente con maleodoranti produzioni all’interno del veicolo”, aggiunge ancora TgCom24.it. Eppure, sono diversi gli aspetti di questa vicenda che non quadrano, a cominciare dal fatto che i commensali avrebbero consumato il pescato il giorno stesso, cosa molto difficile visto che la pesca al tonno con lenza si effettua ben lontano da Gubbio.

INTOSSICAZIONE ALIMENTARE A GUBBIO: UN PESCE D’APRILE IN RITARDO?

Non convince anche la consumazione del pesce crudo, visto che per i ristoranti è assolutamente vietato servirlo, e anche il cosiddetto cruditè consiste in un pesce abbattuto a meno 20 gradi per 24 ore prima appunto di portarlo in tavola, o comunque da tenere in freezer per 96 ore. Quindi sempre TgCom24.it aggiunge: “40 persone intossicate, gente con diarrea incontrollabile, ambulanze per i casi più gravi, incidenti d’auto con persone alle prese con scariche di dissenteria e infine le foto (la cui fonte resta però impossibile da trovare). Troppe notizie per non avere una versione ufficiale da parte di forze dell’ordine o sanitari del 118”, aggiungendo che la news è emersa solo perchè divenuta virale e non perchè scoperta da qualche giornalista. Che siamo di fronte ad un pesce d’aprile un po’ in ritardo?