Salvare gli ottantenni obesi che fumano è “inutile” nel pieno di una pandemia come il Coronavirus. In Olanda infuria la polemica sulle affermazioni del giornalista e conduttore televisivo Jort Kelder, che ha dichiarato: “Stiamo salvando gli ottantenni obesi che fumano. È bene bilanciare gli interessi, chissà quanti danni economici comporterà il salvataggio di persone che sicuramente potrebbero morire entro due anni”, queste le parole esatte del giornalista.



Kelder ha scatenato la bufera in Olanda e poi le sue affermazioni hanno iniziato a fare il giro su quotidiani, televisioni e siti Internet di mezzo mondo. Kelder ha poi voluto precisare: “Mi hanno detto che sono un assassino ma io volevo solo tutelare le parti più deboli coinvolte nell’emergenza coronavirus”.

Parliamoci chiaro: già in molti Paesi sono sorti dilemmi circa l’eventualità di doversi ritrovare in situazione nelle quali i dottori siano costretti a “scegliere” chi salvare tra i malati di Coronavirus, anche in Italia questa è stata un’arma psicologica per cercare di convincere tutti ad accettare le misure di isolamento necessarie proprio per diminuire la pressione sugli ospedali e impedire che un simile scenario si possa verificare.



“INUTILE SALVARE GLI OTTANTENNI OBESI CHE FUMANO”: KELDER E LA VITA RIDOTTA A COSTO ECONOMICO

Resta il fatto che la spiegazione di Kelder non convince, perché sarebbero proprio gli “ottantenni obesi che fumano” la categoria più debole, cioè quella che egli afferma di volere difendere, dal momento che verosimilmente sarebbero proprio loro ad essere sacrificati per primi se mai dovessero crearsi situazioni drammatiche. Inoltre, Kelder non fa riferimento tanto a una situazione estrema in cui scegliere chi salvare, quanto a un preciso calcolo economico secondo il quale i suddetti “ottantenni obesi che fumano” sono solamente un costo per la società, che non vale dunqe la pena salvare.



La vita umana ridotta a mero calcolo economico ha fatto effetto, scandalizzando molti prima in Olanda e poi anche nel resto del mondo. Infatti Jort Kelder (che è tra l’altro amico personale del premier Mark Rutte), nella sua precisazione, si è anche chiesto: “Pensiamo sempre alla salute, ma siamo sicuri che sia prioritaria rispetto all’economia?”.

Si può dunque trattare la salute e in ultima analisi la vita umana come se fossero una merce alla quale applicare le regole dell’economia e dunque da sacrificare se comportano costi eccessivi? Questa domanda torna con forza in questo periodo, perché le élite economiche stanno cercando di sfruttare il Coronavirus per cambiare il senso comune, come dimostra la campagna dell’Economist volta proprio a dichiarare la vita umana a volte un costo eccessivo da pagare per il sistema economico.