Un ventisettenne, a Milano, è divenuto invalido dopo essere stato colpito da un ramo. La sua storia, ricostruita dal Corriere della Sera, è singolare. Il malcapitato, durante un nubifragio, era riuscito a schivare i tronchi caduti sulla strada che stava attraversando, per cui si era accostato poco più avanti ed era sceso dall’auto per chiamare i soccorsi. Un furgone, poco dopo, aveva tuttavia urtato i tronchi, facendo sì che una parte di questi colpisse il giovane, che si trovava fermo sul ciglio. L’impatto gli ha causato gravi danni cognitivi e una forma di epilessia, tale per cui gli è stata installata una valvola nel cranio.



La Procura di Milano, nonostante ciò, ha negato al ventisettenne il risarcimento che gli spetta e ha chiesto l’archiviazione del fascicolo. Il motivo è da ricondurre al fatto che tutti gli enti pubblici e privati coinvolti negano le proprie responsabilità, rimpallandosi a vicenda. È impossibile, dunque, stabilire a chi spetti la colpa. La famiglia, tuttavia, si oppone a questa ingiustizia.  



Invalido poiché colpito da ramo caduto in strada: la famiglia chiede giustizia

In questi anni le autorità competenti hanno cercato di individuare i responsabili della caduta degli alberi lungo via Fiume Lambro. Il punto in cui il ragazzo, oggi invalido, è stato colpito da un ramo risulta intestato dal 6 febbraio 1999 all’Anas, che tuttavia sostiene di avere ceduto dal 26 settembre 2001 ogni competenza sull’area. Non viene specificato, però, a chi. Il Comune di San Donato Milanese dice che il destinatario è la Città Metropolitana di Milano, ma non c’è trascrizione nella Conservatoria Immobiliare.



La questione si complica ulteriormente in virtù del fatto che l’area di arbusti sull’argine del corso d’acqua Roggia Certosa non ricadrebbe nel Reticolo Idrico Minore di competenza comunale perché, essendo un canale artificiale realizzato da privati, la sua gestione spetterebbe al Consorzio d’Irrigazione Roggia Certosa Porro. La manutenzione del verde, infine, è compito del Parco Agricolo Sud Milano competente, che a sua volta scarica le responsabilità sul Comune di San Donato Milanese. Un labirinto che non trova una via di uscita. “L’attività di indagine si è inspiegabilmente fermata”, denunciano gli avvocati della famiglia della vittima, che continua a chiedere giustizia.