Scoperta la causa biologica dell’invecchiamento
Grazie agli sforzi di un team di scienziati di Boston guidati da David Sinclair si è riusciti a definire quale sia la causa biologica dell’invecchiamento, pubblicando gli esiti sulla rivista Cell. Sembra un’informazione scontata, ma fino a questo momento non si era ancora capito da cosa dipendesse la vecchiaia, e mentre il mondo scientifico pensava fosse dovuto a delle mutazioni del DNA, il team di Sinclair ha definito che, invece, dipende da delle semplici cellule che esauriscono la loro funzione.
Ma aver appurato questa causa biologica dell’invecchiamento non sarebbe neppure la scoperta più importante che il team ha fatto. Infatti, analizzando il motivo per cui quelle stesse cellule si disattivano, hanno scoperto che si tratta di un processo reversibile, di fatto invertendo l’invecchiamento naturale dell’organismo. I primi studi sui topi hanno dato dei risultati decisamente positivi, riuscendo a curare alcune malattie come la cecità e ringiovanendo organi, muscoli e strutture dei roditori. Prima che questi studi possano venire riproposti sull’essere umano dovranno passare ancora parecchi anni, ma la scoperta di per sé rimane comunque un punto di svolta per la scienza e la medicina.
Invecchiamento: come fare per invertirlo
Lo studio di Sinclair sull’invecchiamento è giunto alla conclusione che questo dipenda da alcune cellule che, naturalmente, si danneggiano smettendo di fatto di funzionare. Spegnendosi, quelle cellule, causano tutti i sintomi classici della vecchiaia, oltre a causare anche danni e malattie. Il team, però, è riuscito ad osservare che si poteva (usando un termine informatico) resettare quelle cellule, facendo ripartire il loro funzionamento ed invertendo il processo.
L’invecchiamento, grazie alla scoperta di Sinclair, sarebbe così facilmente invertibile, per una quantità di volte potenzialmente infinite. Il recupero, però, non sarebbe del 100% (o, di contro, si finirebbe per incappare in tumori) ma del 50/75%, secondo gli esiti dei primi studi. Concretamente, quello che avviene è che nell’organismo vengono inoculate alcune cellule riprogrammabili (da immaginare come un cd vuoto) che si comporterebbero come cellule staminali, acquisendo potenzialmente qualsiasi forma cellulare. Queste finiscono per riporogrammare e riavviare le cellule spente per via dell’invecchiamento, permettendo al corpo di riacquire parte delle sue funzioni. Sui topi gli esiti sono stati sorprendenti, registrando una generalizzata aspettativa di vita maggiore, oltre ad essere riusciti a curare alcune malattie e, addirittura, a rigenerare il colore originale del pelo dei roditori (ingrigitosi con l’età).