Il Coronavirus può anche far litigare due vecchi amici. E’ successo a Pippo Inzaghi e Demetrio Albertini: entrambi bandiere del Milan, anche se hanno avuto il loro picco in periodi diversi, si sono però incrociati nel 2001-2002. Prima stagione rossonera per l’attaccante arrivato dalla Juventus, ultima del centrocampista che sarebbe poi passato in prestito all’Atletico Madrid e infine avrebbe chiuso la carriera con Lazio, Atalanta e Barcellona. L’oggetto della “crisi” è la decisione sulla chiusura del campionato: in questo caso parliamo di Serie B, dove il Benevento sta volando e ha un vantaggio enorme su seconda e terza. Forse anche per questo Inzaghi, che allena la squadra sannita dopo le esperienze con lo stesso Milan, il Venezia e il Bologna, aveva detto nei giorni scorsi come il campionato andasse concluso per una questione di regolarità, e perché nessuno subisse danni.
INZAGHI VS ALBERTINI: BOTTA E RISPOSTA
La risposta non si è fatta attendere: Albertini, che in passato si era anche candidato alla presidenza della FIGC, si è affidato alle storie di Instagram per dire che “l’ignoranza sceglie sempre le parole sbagliate”. Chiarendosi sulle pagine della Gazzetta dello Sport, l’ex centrocampista ha poi corretto il tiro parlando di dissenso rispetto alla posizione di Inzaghi e sostenendo che la sua risposta sui social fosse stata di pancia. “Con Pippo non ho problemi e non abbiamo litigato, siamo amici”. Tuttavia, proprio l’accenno all’amicizia non è stato ben colto da Inzaghi, che in una diretta Instagram (con domande da parte dei fan e tifosi) ha replicato. “Se devo dire una cosa ad un amico gli telefono, non mi affido ai social” ha detto, e qui sentiamo di schierarci dalla sua parte.
In più l’allenatore del Benevento ha specificato che le parole hanno sempre un peso, soprattutto quando si ricopre una carica, e che “Demetrio si è fatto fuorviare da un titolo senza comprendere il significato semplice delle mie parole”. Che era, ha specificato SuperPippo, che la salute deve venire prima di tutto e che le indicazioni andranno seguite fino a che ci sarà bisogno. Poi, “sarà bellissimo tornare alla normalità e credo che la cosa più giusta e naturale sia quella di finire la stagione”. A proposito: è possibile che si decida entro la metà di aprile ma, qualora non si dovesse arrivare ad una definitività, probabilmente si andrà verso la cancellazione – o congelamento, scegliete voi il termine – del campionato.