Potrà anche ondeggiare il seggio di Pietro: non si romperà, però. Il Papa – ogni Papa, non solo Francesco – è forte al di là del proprio temperamento, della sua indole: “Dietro e attorno a sé c’è qualcosa che si chiama la comunione dei santi che regge anche l’invasione dei media” (L. Ferretti). Qualunque invasione. L’ha creata Dio questa protezione, una sorta di argine all’isolamento: “È grande Dio: ha creato l’universo intero!” diciamo. Ma è ancora poco se Gli riconosciamo solo questa piccola opera, pur gigante ai nostri occhi. Perché a Dio è riuscita una cosa ancora più immensa, sfiora l’impossibile: ha creato, continua a farlo, i santi dalla carne di gente peccatrice.



Ecco ciò che il credente professa davanti al mondo intero recitando il suo Credo: “Credo la comunione dei santi”. Che, a cercare di capirla bene, è una cosa così semplice d’apparire quasi fanciulla: è il potersi impegnare gli uni per gli altri. In materia di fede – ch’è la narrazione della nostra storia d’amore con Dio – capita ciò che capita in tutte le storie d’amore, e non solo: gli attimi più belli della vita sono quelli che, uniti assieme, formano una sorta di percorso. Charles Péguy, in una pagina che rileggo volentieri, descrive così questa comunione: “La comunione dei santi comincia da Gesù, Egli ne fa parte, ne è il capo”.



C’è sempre qualcuno che, per primo, brevetta un’intuizione per poi metterla a disposizione del mondo. “Tutte le preghiere – continua Péguy –, le sofferenze messe insieme, le fatiche, i meriti, tutte le virtù messe insieme – sia di Gesù che di tutti gli altri santi – tutte le santità messe insieme lavorano per tutto il mondo, per tutta la cristianità”. “Insieme” pare che l’impossibile si avveri.

La comunione dei santi, dunque, è la più grande banca di grazia messa a disposizione dell’umanità. È un raddoppio di comunione. Prima di tutto qui sulla terra: attraverso la vita sacramentale (che tante volte ci pare la cosa più astratta che esista, ndr) i cristiani si uniscono tra di loro, formando la casa della Chiesa: è la comunione dei sacramenti a produrre l’unione con Dio.



Non per nulla il più grande di tutti e sette, l’Eucaristia, viene anche chiamata comunione: non esiste forma di unione con Dio più grande di questa quaggiù in terra. “La comunione dei santi: come potrei spiegartela? – chiede San Josamaría Escrivá de Balaguer – Sai che cosa sono le trasfusioni di sangue per il corpo? Ebbene, così viene ad essere la Comunione dei Santi per l’anima”.

Attraverso i sacramenti, dunque, ci facciamo trasfusioni di santità: la santità s’infila dentro le anime come il sangue nelle vene. Una mescolanza di sangui, di santità, di fede: è la comunione. Poi, è l’altra faccia della comunione, avviene con le persone che non ci sono più, che – diciamo noi – stanno in Cielo: la loro preghiera aiuta la nostra debolezza, ma il nostro pregare Dio per loro (“Padre, vorrei celebrare una messa per la nonna”) serve perché possano accelerare il loro incontro con il volto di Dio. Che, poi, è il medesimo amore: noi preghiamo per loro, ma, pregando per loro, rendiamo più efficace il loro potere d’intercessione presso Dio in nostro favore. È pazzesco!

Qualche giorno fa un ragazzo detenuto mi ha scritto: “Guarda che lo sento che tu stai pregando per noi”. Lui sta vivendo benissimo la comunione dei santi! Ecco perché, pur sfiancati dagli insuccessi e pedinati alle calcagna dai virus del male, i cristiani non perdono l’ottimismo. Mai come in questi giorni ci pare chiara la lezione: il cristiano, nella storia, è un insoddisfatto perennemente contento. È insoddisfatto: tutti gli sforzi che compie non portano a risultati soddisfacenti. Ma è anche contento perché, sotto sotto, sa bene che il risultato finale non dipende dai suoi sforzi ma dalle incursioni a sorpresa della Grazia. Inutile, dunque, tutta la nostra fatica? Tutt’altro: “È necessario unirsi non per stare uniti ma per fare qualcosa insieme” ha scritto Wolfgang Goethe. In caso di dubbio, poi, il santo è un passaggio sicuro per il Cielo: seguendolo, sarà più difficile sbagliare strada.

Stasera, alle ore 21.05, su Tv2000 (canale 28) andrà in onda la quinta puntata di “Io credo”, programma di M. Pozza e A. Salvadore con la partecipazione di Papa Francesco. Ospiti della puntata, dal titolo “Credo la comunione dei santi”, saranno, assieme a Papa Francesco, la pattinatrice italiana Carolina Kostner e Valentina Caruso, del Centro Padre Nostro di Brancaccio (Palermo).