Nel secondo episodio di Io non mi arrendo, Marco Giordano scopre di essere ammalato e di avere poco tempo per portare a termine la sua indagine. A Marco viene diagnosticato un linfoma non-Hodgkin, la stessa malattia di Vincenzino, il ragazzo scomparso poco prima dopo essere stato a contatto per tutta una vita con i rifiuti radioattivi. Marco scopre di essere ammalato quando sua figlia è ancora piccolissima: Maria soffre per questa situazione, ma non può fare altro che supportare suo marito in una battaglia importante per tutti i cittadini campani. In realtà, la sua informativa è rimasta sepolta per ben 15 anni, prima di riemergere in maniera abbastanza inaspettata e portare così all’arresto del colpevole, l’avvocato Gaetano Russo. Alla fine, Marco muore: vediamo le immagini del suo funerale reale, in cui la figlia Alessia lo omaggia con un discorso accorato e molto emozionante. (agg. di Rossella Pastore)



Io non mi arrendo: Giordano sulle tracce di Russo

Prosegue la prima puntata della fiction Io non mi arrendo. Mentre è ancora sulle tracce di Gaetano Russo, l’uomo dietro la vicenda dello sversamento di rifiuti tossici in Campania, Marco Giordano scopre di essersi ammalato gravemente: ha un linfoma non-Hodgkin, lo stesso tumore di Vincenzino, il ragazzo morto poco prima che si vantava ingenuamente di essere ‘Hulk’, l’uomo radioattivo. La causa della sua malattia è proprio la radioattività, o comunque l’esposizione a rifiuti tossici che è alla base di buona parte dei decessi in quella zona. Questa circostanza contribuisce a rendere Marco un eroe più particolare rispetto a quelli che si vedono di solito in televisione. Allo stesso modo, Vincenzino amava definirsi ‘supereroe’, ed è molto tenero vederli così complici, uniti nella lotta contro il male e la malattia. (agg. di Rossella Pastore)



Io non mi arrendo: la malattia di Vincenzino

Nella fiction Io non mi arrendo, Marco Giordano conosce un giovane di nome Vincenzino ben intenzionato ad aiutarlo nelle indagini. All’inizio, a dire il vero, il ragazzo è un po’ diffidente, e accetta di scortarlo soltanto dietro pagamento: “Mille lire!”. Ci troviamo nei dintorni di Napoli: Marco non è della zona, e ha bisogno di qualcuno che gli mostri dove si trovano le discariche e che lo metta al corrente su ciò che succede tra la sua gente. Quel che apprende da Vincenzo è sconvolgente: dove vive lui, i ragazzi della sua età sono quasi tutti ammalati. Lui, nello specifico, ha un linfoma non-Hodgkin, la stessa malattia che colpirà Marco di lì a poco. Nell’ambito delle indagini, infatti, Giordano si ritrova spesso a contatto con rifiuti tossici e radioattivi, motivo per cui Roberto Mancini – questo il vero nome del personaggio – svilupperà di lì a poco un linfoma. (agg. di Rossella Pastore)



Io non mi arrendo: un incontro sospetto

Nel primo episodio della miniserie Io non mi arrendo vedremo Marco Giordano (Beppe Fiorello) alle prese con un’indagine riguardante una banca locale a Fondi (Latina). Durante l’indagine, Marco incappa in Gaetano Russo (Massimo Popolizio), un avvocato di provincia dal comportamento molto sospetto: l’avvocato, infatti, non fa altro che acquistare terreni agricoli di scarso valore. Russo ha intenzione di usarli come discariche per rifiuti tossici, anche se Marco ancora non lo sa. Al poliziotto serviranno almeno vent’anni per raccogliere abbastanza prove e incastrare così Russo. Nel frattempo, Giordano conosce e s’innamora di Maria (Elena Tchpeleva), una ragazza dell’est che deciderà di sposare e da cui in seguito avrà una figlia, Martina.  (agg. di Rossella Pastore)

Io non mi arrendo: Fiorello nei panni del poliziotto eroe

Io non mi arrendo è la miniserie Rai con protagonista Beppe Fiorello nei panni di Roberto Mancini, vero nome di Marco Giordano, il poliziotto eroe della terra dei fuochi definito da più parti ‘vittima del dovere’, essendo morto proprio a seguito dell’indagine che lo ha portato a lavorare a stretto contatto con i rifiuti tossici ammassati dalle ecomafie nella zona tra Napoli e Caserta. Fu lui il primo a fare luce su questa vicenda che purtroppo è ancora tristemente attuale, e che gli sceneggiatori hanno contribuito a rendere ancor più nota a partire dalla prima messa in onda della fiction nel 2016. Io non mi arrendo è diretta da Enzo Monteleone. Nel cast, oltre a Beppe Fiorello, Elena Tchepelava, Massimo Popolizio, Paolo Briguglia e Maddalena Crippa. (agg. di Rossella Pastore)

Io non mi arrendo: storia di un poliziotto ostacolato e messo a tacere

S’intitola Io non mi arrendo la miniserie in onda in replica questa sera su Rai1 liberamente ispirata alla vicenda di Roberto Mancini, il poliziotto eroe della terra dei fuochi che nella finzione si chiama Marco Giordano ed è interpretato da Beppe Fiorello. Fu proprio Mancini (aka Giordano) a far sì che gli intrallazzi legati allo scarico di rifiuti tossici tra le province di Napoli e Caserta venissero fuori; lo fece a costo della sua vita, perché il contatto con le radiazioni prodotte da quei rifiuti gli provocò un linfoma non-Hodgkin che lo condusse alla morte nel giro di qualche anno. La storia di Giordano è una storia drammatica: il poliziotto sapeva tutto da anni, ma venne ostacolato e messo a tacere fino a quando un magistrato (anche lui tra i protagonisti della fiction) non lo convinse a riaprire il caso. (agg. di Rossella Pastore)

Io non mi arrendo: Beppe Fiorello nei panni di Marco Giordano

La miniserie Io non mi arrendo va in onda in prima serata oggi, 15 maggio 2021, su Rai 1. Il primo canale del servizio pubblico riproporrà il film per la televisione con Beppe Fiorello nel ruolo di protagonista che veste i panni del commissario Marco Giordano. A firmare la regia di questa pellicola prodotta dalla stessa Rai Fiction è Enzo Monteleone, che si è occupato anche di scrivere la sceneggiatura. Si tratta di un’opera che invita il pubblico a riflettere attorno a un tessuto narrativo davvero ben congegnato e in grado di arrivare al cuore della questione. Non si tratta di un film propriamente per i più giovani anche se c’è da dire che non è vietato agli stessi.

Io non mi arrendo, la trama del film: il coraggio di Marco Giordano nella Terra dei Fuochi

Io non mi arrendo ci parla di Marco Giordano, un giovane ispettore di provincia alla guida di un pool di suoi collaboratori (Rino, Lucio, Alessio e Michele) sta conducendo delle delicate indagini su un traffico di rifiuti tossici sversati illegalmente in alcune discariche abusive. La pista investigativa porta il pool poliziesco a indagare sull’avvocato Gaetano Russo, che come prevedibile per portare a termine questa operazione illegale si è affidato alla malavita organizzata, in particolare alla cosca mafiosa di Don Antonio Pomarico.

Le indagini dell’ispettore Giordano vengono spesso ostacolate da molti personaggi noti e coinvolti nella vicenda malgrado ricoprano dei ruoli di rilevanza pubblica, come ad esempio il vice-questore Valente. I suoi superiori quindi, dopo aver fatto di tutto per ostacolare la risoluzione del caso, spingono Giordano a dedicarsi ad indagini meno impegnative e archiviano in maniera sospetta e sbrigativa il caso. Oltre al ridimensionamento lavorativo, Marco viene messo al corrente anche di un’altra terribile notizia.

La continuata esposizione ai miasmi tossici della Terra dei Fuochi hanno fatto sì che l’ispettore si ammalasse di cancro. A riaprire il caso, a poche settimane dalla morte dell’ispettore Giordano, ci pensa il giovane magistrato napoletano Giovanni Cattaneo, intenzionato a riaprire le indagini. Quest’ultimo convoca Giordano proprio per ricostruire l’impianto accusatorio e consegnare finalmente i criminali alla giustizia. Un compito tutt’altro che facile, dato che alcuni fascicoli dell’inchiesta nel frattempo sono stati fatti sparire da qualche talpa connivente con la malavita organizzata all’interno delle forze dell’ordine.