Nel cinquantenario della strage di piazza Fontana, la Rai propone al suo pubblico un docufilm molto valido su quel periodo di fuoco. Il titolo è Io ricordo piazza Fontana, dove l’“ego” in questione è quello della combattiva Francesca Dendena. Francesca, figlia di Pietro Dendena, era una 17enne come tante, prima che la sua vita venisse drammaticamente stravolta il 12 dicembre 1969. Al sogno di diventare segretaria d’azienda ne subentrò uno ben più grande e impegnativo, quello cioè di dare giustizia a suo padre e alle altre vittime della strage. La Dendena – qui interpretata da un’ottima Giovanna Mezzogiorno – è stata per anni la paladina e la rappresentante più in vista dei 17 dimenticati della strage di piazza Fontana. Tali si sono sentiti, almeno per un momento, quegli uomini e quelle donne che veramente, a un certo punto, non seppero più di chi potersi fidare. Lo Stato, forse, non li aveva solo abbandonati. Di più: aveva coperto col velo nero dell’omertà qualcosa che tuttora non è disposto a svelare. Confortano, in tal senso, le parole di Roberto Fico, che proprio in questi giorni ha promesso di prendere in mano quei documenti e desecretarli una volta per tutte.
Io ricordo piazza Fontana: il ruolo di Giovanna Mezzogiorno
Il docufilm Io ricordo piazza Fontana rappresenta in qualche modo un esperimento virtuoso, per chi l’ha prima prodotto e poi mandato in onda. Un ottimo esempio di come si fa servizio pubblico, unendo la componente di intrattenimento della fiction a quella di istruzione e sensibilizzazione del documentario. Le immagini di repertorio si sono mescolate molto bene alle interviste ai protagonisti e alle parti recitate degli attori, prima fra tutte Giovanna Mezzogiorno. In un primo momento, il suo compito è stato quello di narrare come voce fuori campo le vicende della famiglia Dendena e delle altre persone coinvolte nella strage, fino a che – più in là – non ha preso il posto dell’interprete più giovane per vestire i panni di una Francesca “adulta”. Somiglianza a parte, la sua prova attoriale è superata.
Io ricordo piazza Fontana: i testimoni diretti
Tra i “terzi comodi” di Io ricordo piazza Fontana spiccano i nomi di Bruno Vespa e Giampiero Mughini, due commentatori di eccezione della strage di piazza Fontana dato il loro punto di vista privilegiato. Il ruolo di Vespa è quello più preminente e incisivo, in un certo senso. Il giornalista ha seguito passo passo l’evoluzione della vicenda giudiziaria e umana, sin da quando era un giovanissimo impiegato della Rai. La stessa Rai che – venuto fuori il nome di Valpreda – gli ingiunse di non dire che l’imputato era un ballerino che lavorava per la loro stessa azienda. Un altro passaggio fondamentale che l’ha visto coinvolto è stato quello – anni dopo – della prima intervista a Porta a Porta della signora Dendena. In quegli anni, era raro che una persona comune andasse ospite in un salotto televisivo. La Dendena fu precursora anche in questo: il suo messaggio, a 9 anni dalla scomparsa, è che non si può tacere né farsi ingannare “tutti, per sempre”. Sono le parole di Lincoln, il suo slogan perfetto: “Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre”. È vero, la verità non è ancora venuta fuori, ma il primo segno di speranza e di disinganno è che il pubblico – anche quello televisivo – non abbia dimenticato e chieda giustizia. Per una volta, dunque, guardare un film Tv non è essere spettatori passivi, anzi.