Io speriamo che me la cavo, diretto da Lina Wertmüller

Sabato 9 settembre, andrà in onda, in prima serata su Rete 4, alle ore 21,25, la celebre commedia italiana del 1992 dal titolo Io speriamo che me la cavo. Il soggetto del film è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Marcello D’Orta ed è stato sceneggiato dala stessa regista, Lina Wertmüller, con un team di sceneggatori. La grande cineasta è la prima donna nella storia del cinema a essere stata candidata all’Oscar come migliore regista, per il film Pasqualino Settebellezze.



Il protagonista, il maestro Marco Tullio Sperelli, è interpretato da uno degli attori e comici più amati della storia dello spettacolo italiano, Paolo Villaggio, l’indimenticabile ragionier Fantozzi che ha fatto ridere intere generazioni di telespettatori.
Nei panni della direttrice, l’attrice partenopea Isa Danieli, che per questo film ha avuto una nomination ai Nastri d’Argento, con cui la regista aveva già collaborato in numerose occasioni, a partire dal 1973, con il lungometraggio Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…”, per poi proseguire in più occasioni, fino al 1999, con il film Ferdinando e Carolina.
Nel cast anche l’attore Sergio Solli, originario dei Quartieri Spagnoli, con cui Lina Wertmüller aveva già lavorato nel 1983 in Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada e l’anno successivo in Sotto.. sotto.. strapazzato da anomala passione.



La trama del film Io speriamo che me la cavo: il tema, ancora così attuale, della dispersione scolastica

La storia di Io speriamo che me la cavo segue le vicende del maestro Marco Tullio Sperelli che, a causa di un errore del Provveditorato, viene trasferito a Corzano, una piccola cittadina della provincia di Napoli, dove gli è stata assegnata una terza elementare.
Lui, ligure, uomo integerrimo e buono, si trova da subito a dover affrontare una situazione di degrado molto complessa: in classe non ci sono più di tre alunni e mentre riesce a recuperarne uno a casa, la restante ventina è sparsa qua e là per strada.



I bambini e le bambine sono allegri, ma sopratutto molto furbi: tra loro c’è la tenera Rosinella, Vincenzino, un alunno intelligente e perspicace, infine Raffaele, l’allievo più grande, già coinvolto negli affari della camorra locale come messaggero.
Per questo motivo, il maestro, nonostante sia un uomo pacato e mite, dà uno schiaffo a quest’ultimo che gli promette vendetta.
Proprio grazie a questo gesto violento, Sperelli riesce ad ottenere il rispetto dei ragazzini e inizia così a svolgere le sue lezioni.

Pian piano si affeziona ad ognuno di loro, si preoccupa dei problemi che devono affrontare ogni giorno e controlla che tutti vadano a scuola e portino avanti gli studi. Nonostante ciò, ha già chiesto il trasferimento, convinto che, a causa dell’ambiente in cui vivono questi bambini, non può avere possibilità di successo. A volte però la vita può sorprendere e anche i casi più disperati possono nascondere preziosi tesori…