John Ioannidis riflette sulla gestione del covid

John Ioannidis è da tempo considerato uno dei più autorevoli esperti in epidemiologia al mondo, professore alla Stanford in California, è tra le altre cose anche ferrato in statistica e metanalisi. Parlando con il quotidiano La Verità ha voluto ribadire ancora una volta la sua posizione sul covid, sottolineando la lunga sequenza di errori commessi dai governi mondiali per gestire la pandemia nel corso degli ultimi tre anni.



Secondo Ioannidis negli ultimi anni, a livello mondiale, sono stati fatti ampi progressi nella gestione delle pandemie, soprattutto dal punto di vista di “trasparenza, documentazione, accuratezza e condivisione”. Di contro, però, ritiene anche che ora nella medicina girino troppi soldi ed interessi, mentre anche i modelli sono diventati contorti, rendendo i “dati non necessariamente affidabili”. Inoltre, ritiene anche che “la scienza si è covidizzata“, con pubblicazioni a tema in ogni settore, “ma la qualità è bassa”. Ora, però, “abbiamo l’opportunità di imparare dai nostri errori”, sostiene Ioannidis, “ma c’è stata una forte polarizzazione” attorno al covid.



Gli errori del covid secondo Ioannidis

Cinque argomenti, in particolare, starebbero polarizzando la ricerca scientifica sul covid, secondo John Ioannidis, “lockdown, mascherine, vaccini, strategie di vaccinazione e bambini”, spiega a La Verità. Argomenti attorno a cui tutti parlano, creando un clima non “adatto alla ricerca”. Sul lockdown, in particolare, ritiene che “non c’è stata evidenza che funzionassero“, mentre le decisioni sono state “adottate in un clima di paura e si sono basate quasi sempre su dati non corretti”.

“È chiaro che [i lockdown] non hanno salvato vite”, spiega Ioannidis, e “sono stati fatti molti errori”.  Questi errori, inoltre, “in politica diventano vessilli ideologici di una posizione che si finisce per supportare, anche se è falsa”. Sui vaccini, per esempio, spiega che “diversi paesi sono stati molto aggressivi sugli obblighi, generando sfiducia” nella sanità. Un problema di comunicazione, secondo Ioannidis, mentre “abbiamo bisogno di evidenze (..) lasciando la popolazione libera di decidere”. Inoltre, non sarebbe per via del vaccino che secondo lui ci siamo salvati dal covid, ma perché “è meno aggressivo, ci siamo infettati tutti e ci siamo vaccinati, abbiamo trattamenti e farmaci. E poi abbiamo meno paura e un approccio più calmo al trattamento”.



Ioannidis: “Chi parlava era censurato, diffamato e distrutto”

Tra le tante cose che secondo l’epidemiologo John Ioannidis non sono andate bene nella gestione del covid, la più pesante è stata che la scienza è stata messa da parte, a favore di una reazione forte in virtù della crisi. “Molti miei colleghi”, spiega a La Verità, “peraltro davvero competenti, si sono autocensurati. Chi ha cercato di fare qualcosa”, invece, “è stato diffamato, censurato, distrutto“.

“Io stesso e tanti altri”, continua a raccontare Ioannidis, “abbiamo avuto minacce di morte, anche rivolte ai nostri familiari. La mia vita è stata in molti casi orribile, sono perché cercavo di ‘fare scienza’. Dobbiamo sapere chi c’è dietro la macchina della censura: lo dobbiamo alla scienza e ai cittadini”, mentre dobbiamo tenerci lontani dalla “cultura dell’odio”. Secondo Ioannidis, per ricreare un senso di fiducia nella scienza occorre “più trasparenza”, ma il problema è che “molti politici stanno cercando di salvare la faccia, perché sono stati fatti così tanti errori che non è facile dire ‘ho sbagliato’ (e) molti colleghi pensano che ammettere gli errori sia segno di debolezza”.