Nonostante siano passati tre anni dalla pandemia Covid, ci sono ancora molti interrogativi senza risposta. Alcuni riguardano la trasmissione del coronavirus, che i vaccini non sono stati in grado di fermare. Ne parla l’epidemiologo John Ioannidis, tra i più importanti scienziati al mondo. «Nel dicembre 2020 ho scritto un articolo in cui, basandomi su modelli matematici, dimostravo che una volta che le persone avessero ricominciato ad aumentare le loro esposizioni, i vaccini con un’efficacia modesta nell’arrestare la trasmissione avrebbero probabilmente perso tutta la loro efficacia per questo risultato». Lo scienziato di Stanford a tal proposito ha rivelato un clamoroso retroscena ai microfoni di Vinay Prasad su Sensible Medicine. «MedRxiv ha rifiutato di pubblicare il mio articolo come preprint sostenendo che si trattava di una questione delicata di salute pubblica».
Questa la risposta che Ioannidis ha ricevuto: “I nostri moderatori hanno stabilito che il tuo articolo non è di interesse sufficiente per essere incluso in arXiv. I moderatori hanno respinto il suo articolo dopo averlo esaminato, avendo stabilito che non contiene una ricerca scientifica sufficientemente originale o sostanziale”. Il professor John Ioannidis ha inviato appello, ricevendo una risposta ancor più sorprendente: «ArXiv, un server di preprint, si è offerto di pubblicare il mio articolo come preprint solo DOPO che era stato pubblicato da una rivista convenzionale con revisione paritaria! Ho inviato l’articolo a SSRN e poi è stato pubblicato su npj Vaccines, la rivista sui vaccini di Nature, diversi mesi dopo».
“VACCINI NON SERVONO A BAMBINI. SU PAXLOVID…”
Nel frattempo, però, le autorità sanitarie pubbliche in diversi Paesi avevano cominciato a trasmettere il messaggio che le persone vaccinate non avrebbero trasmesso il coronavirus e che i vaccini sarebbero bastati a fermare le ondate epidemiche. «Le conseguenze sono state gravi. Nella maggior parte dei Paesi sviluppati, nonostante la vaccinazione nel 2021, i decessi in eccesso sono stati più alti nel 2021 che nel 2020», ha spiegato John Ioannidis. L’epidemiologo ha evidenziato che questo messaggio è stato usato per giustificare l’obbligo vaccinale. «Gli obblighi possono aver aumentato in modo modesto l’adesione in alcune circostanze, ma hanno danneggiato gli sforzi della sanità pubblica in una prospettiva più ampia e possono lasciare una brutta eredità dietro di sé». Riguardo la vaccinazione dei bambini, l’epidemiologo americano si è detto favorevole, ma non ritiene opportuno l’obbligo, visto che «sia i benefici che i rischi nei bambini sono molto piccoli». Quindi, ritiene che possano decidere autonomamente i genitori, fatta eccezione per i fragili per i quali la vaccinazione è fondamentale. Interessante anche la sua posizione sulle mascherine per i bambini: «Penso che in generale le mascherine siano efficaci, anche se nel mondo reale la loro efficacia è spesso drasticamente ridotta e può gravitare verso lo zero. Il beneficio è probabilmente proporzionale al rischio di malattia grave per il rischio di esposizione. Per i bambini, il rischio di malattia grave è minimo, a maggior ragione ora che praticamente quasi tutti i bambini sono già stati infettati». Scettico invece sull’utilità di Paxlovid: «Non sono convinto che il Paxlovid salverà molte vite».
“LONG COVID? SERVONO STUDI, MA SU BAMBINI PROVE DEBOLI”
Recentemente John Ioannidis ha pubblicato un articolo sul long Covid nei bambini. A proposito delle prove, le ritiene «molto deboli, abbiamo prove estremamente scarse». Più in generale, quindi anche per gli adulti, «abbiamo bisogno di studi molto accurati e ben controllati per capire quanto frequenti e quanto gravi siano queste conseguenze». Per quanto riguarda i conflitti di interesse durante la pandemia, l’epidemiologo si è detto «molto favorevole a una legge COVID-19 sulla trasparenza. Dovrebbe includere diversi tipi di accordi finanziari rispetto a quelli che vengono presi in considerazione nel caso di Big Pharma nel Sunshine act». Nell’intervista viene sollecitato anche ad esprimere un giudizio sulla chiusura delle scuole durante l’emergenza: «È una decisione sbagliata. Credo che siano in pochi a non riconoscere che si è trattato di un errore. Le continue chiusure cinesi mi preoccupano molto».