Si è conclusa – dopo opposizioni, ricorsi ed addirittura una lettera inviata a Papa Francesco – la vicenda della coppia di dipendenti dello IOR (l’Istituto per le Opere di Religione del Vaticano) che erano convolati a nozze lo scorso agosto: una decisione immediatamente impugnata dai vertici dell’istituto che hanno denunciato la violazione del regolamento interno a cui tutti i dipendenti devono sottostare che impone – appunto – che non si possa convolare a nozze in nessun caso.



La vicenda degli sposini dello IOR è iniziata diversi mesi fa, quando la coppia ha iniziato a ventilare tra amici e colleghi le imminenti nozze decise dopo diversi mesi di frequentazione e che sono poi concretizzate sul finire di agosto: a quel punto i dirigenti dell’istituto sono intervenuti intimando alla neonata coppietta di coniugi di rispettare il regolamento che prevede – in caso di nozze inevitabili – che uno dei due abbandoni il posto di lavoro; ma dato che la richiesta non ha sortito alcun effetto si è proceduto (sempre secondo il regolamento) alla rimozione di entrambi che ora devono fare i conti con una famiglia di due figli – nati da precedenti relazioni – e nessuna entrata mensile fissa.



La coppia di dipendenti dello IOR licenziati: “Faremo ricorso, è un provvedimento illegittimo”

Il regolamento a cui fa riferimento lo IOR – spiega Il Messaggero – prevede che “al fine di garantire la parità di trattamento” tra tutti i colleghi “la celebrazione del matrimonio [tra dipendenti] costituisce causa di perdita dei requisiti di assunzione”, con la sola clausola che se “uno dei due coniugi” può mantenere il posto di lavoro “qualora l’altro cessi il proprio rapporto”; mentre in seguito al marasma mediatico che si è creato i vertici dello IOR ci hanno tenuto a mettere in chiaro che la “difficile” decisione è stata “presa con profondo rammarico” al solo fine di evitare le “accuse di familismo” garantendo “trattamenti imparziali” per tutti i dipendenti.



Dal conto loro – quasi ovviamente – gli sposini non sono disposti ad accettare di buon grado il licenziamento e dopo aver tirato in ballo Papa Francesco con un’accorata e dettagliata lettera che l’ha portato a fare un appello allo IOR affinché non li licenziasse, ora promettono – per mezzo dell’avvocato Laura Sgrò – di fare ricorso lamentando “l’illegittimità” del provvedimento dato che le nozze furono decise ed annunciate già a febbraio, tre mesi prima che il nuovo regolamento entrasse in vigore.