La comunità scientifica sdogana l’ipnosi per curare ansia, dipendenze e disturbi alimentari. Stanford University, ad esempio, ha lanciato un nuovo programma di ipnosi digitale, Reveri Health, che rende questa pratica facilmente accessibile anche a casa. Per i dottori ora è una cosa seria, non ha quello stigma degli anni scorsi: col tempo si è, infatti, guadagnata l’accettazione della comunità scientifica. Infatti, negli ultimi due anni è accelerata la ricerca su come funziona e perché, con nuovi studi sull’uso di questa pratica, ad esempio, per alleviare ansia, scongiurare dolore e inibire le strutture dei circuiti della paura nel cervello. La Silicon Valley non è rimasta ovviamente a guardare.



Imprenditori e investitori hanno cominciato a lavorare ad app che rendono l’ipnosi simile alla meditazione, un’altra pratica che fino a poco tempo fa era considerata marginale. Come riportato dal Wall Street Journal, la comunità scientifica la ritiene un’alternativa più sicura ai farmaci, quindi può essere uno strumento utile per combattere stress e ansia, peggiorati peraltro dalla pandemia Covid.



IPNOSI ANCHE TRAMITE ALEXA, MA È SICURO?

L’ipnosi è anche al passo con i tempi: si può fare anche con Zoom. «La gente pensa che sia ridicolo o pericoloso. Poiché è ipnosi, le persone semplicemente non la prendono sul serio», dichiara lo psichiatra clinico David Spiegel, professore alla Stanford University School of Medicine e co-fondatore di Reveri Health. Questo programma è gratuito ed accessibile anche tramite Alexa di Amazon, riporta Wall Street Journal. Non avete nulla da temere in tal senso: la neuroscienziata Cynthia Sholes, CEO del Mind Wave Institute di Menlo Park, in California, conferma che funziona di persona tanto quanto su Zoom, perché è una terapia prevalentemente uditiva. A casa può funzionare meglio comunque, perché ci sono meno distrazioni. Come funziona l’ipnosi? Grazie alle ultime ricerche è più chiaro. Allontana la mente cosciente, più precisamente riduce l’attività nelle parti del cervello che sono coinvolte nel giudizio critico e nell’analisi, quindi il terapeuta può raggiungere aree del cervello più aperte alla suggestione. L’ipnosi però non funziona per tutti. Ci sarebbe un terzo della popolazione non suscettibile. Inoltre, non è una pratica regolamentata. Infine, anche se le ricerche sono aumentate negli ultimi anni, ci sono ancora ampie aree ancora da studiare. Tutti motivi per i quali prendere con le pinze l’ipnosi digitale

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