IPOVISIONE, COS’E’? CAUSE E SINTOMI DI QUESTA CONDIZIONE PERMANENTE

Ipovisione, cos’è la malattia di Frida Bollani e cosa sappiamo delle possibili cause e delle cure che si possono mettere in campo per questa particolare condizione? Questo pomeriggio, nel corso del consueto appuntamento del sabato con le interviste in esclusiva e le storie di “Verissimo”, sarà ospite per la prima volta nel salotto televisivo di Canale 5 la giovane pianista figlia d’arte (i genitori sono Stefano Bollani e Petra Magoni), che si racconterà a cuore aperto con la padrona di casa, Silvia Toffanin, anche perché è uscito quest’anno anche il suo primo libro. “La mia musica. Quella che suono, quella che ascolto, quella che vi consiglio” (per Edizioni Piemme) è il titolo dell’esordio come scrittrice: ma cosa sappiamo dell’ipovisione di Frida Bollani e qual è l’origine di questa condizione che la ragazza ha sin dalla nascita?



In attesa di ascoltare l’intervista di Frida Bollani a “Verissimo” e vedere se tornerà ancora su questo problema che tuttavia non le ha impedito di diventare una delle musiciste di maggior talento della nuova generazione in Italia, possiamo circoscrivere forse meglio gli ambiti del nostro discorso: quando parliamo di ipovisione il termine ‘malattia’ non è forse il più adatto dato che, come raccontato dalla stessa pianista classe 2004, lei non ha mai subito un trauma alla vista ma semplicemente è nata con questa condizione che -stando alla esauriente scheda riassuntiva pubblicata sul sito del Gruppo San Donato– è determinata da una minorazione visiva centrale, periferica oppure mista; questa situazione di acutezza visiva limitata impatta anche molto sulle attività della vita quotidiana, anche se la figlia di Stefano Bollani, intervenendo su quest’argomento, non la pensa proprio così.



FRIDA BOLLANI, “IPOVISIONE? SE AVESSI USATO GLI OCCHI SAREI STATA MENO ATTENTA A…”

Parlando infatti della sua ipovisione, cos’è e come si trova a convivere con questa condizione, Frida Bollani aveva raccontato al ‘Corriere della Sera’ che “se avessi potuto usare gli occhi, sarei stata meno attenta ad ascoltare, e ascoltare è importantissimo per me e per il mio mestiere. Quindi sono contenta di come sono nata”, aggiungendo poi che sono stati due “geni sballati” a causarle questo problema che tuttavia riguarda non tanto gli occhi quanto proprio la retina. Infatti se l’ipovisione può essere definita come una incapacità visiva irreversibile bilaterale, su cui non si può purtroppo intervenire dal punto di vista delle correzioni ottiche o per via chirurgica, le cause possono essere varie, contingenti o acquisite, e possono subentrare anche in seguito a delle patologie a carico della sopra citata retina, del nervo ottico o anche della cornea.



L’ipovisione, la condizione in cui si trova Frida Bollani e che porta quindi a una riduzione dell’acutezza visiva, può anche associarsi a malattie che toccano il campo visivo (un esempio è il glaucoma in fase avanzata a carico del nervo ottico, ma anche alcune patologie della macula) e in alcune circostanze gravi può degenerare fino alla cecità parziale o totale. Se ‘ipovedenti’ sono considerati coloro che hanno un’acuità visiva non superiore a 3/10 (situazione interessa centinaia di milioni di persone nel mondo, stando ad alcuni dati del 2016, NdR), tra le altre possibili cause di cono la retinopatia diabetica, alcune degenerazioni maculari legate all’invecchiamento e la retinite pigmentosa. Una volta diagnosticata con esami strumentali (OCT, FAG o calcolo del residuo campo visivo) tale condizione si può trattare in modi diversi a seconda delle cause scatenanti dato che, a differenza del paziente non vedente, è possibile un recupero sfruttando “aree di retina ancora sane per migliorare, per quanto possibile, la qualità della vita” (sempre dal sito del Gruppo San Donato).