I fatti di Napoli legati ai festeggiamenti al termine della finale di Coppa Italia hanno innescato varie polemiche. Ad intervenire è stato anche Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma nonché membro del Cts per l’emergenza Covid-19. “Queste situazioni sono disgustose. E’ vero che Napoli è un’area in cui il virus circola poco, ciò non toglie che continui a circolare”, è stato il suo primo commento a Il Fatto Quotidiano, dopo aver visionato le immagini dei tanti assembramenti. In piazza, secondo le stime, c’erano circa cinquemila persone che festeggiavano la vittoria al termine della terza partita di calcio in Italia post lockdown. “Sono tutte attaccate, senza mascherine. Questo non deve accadere”, ha tuonato Ippolito, ricordando come i nuovi focolai in Cina e Germania dovrebbero fungere da monito. “Se riaprire lo sport significa creare assembramenti, bisogna riflettere perché non risponde al senso di responsabilità”, dice. Le partite a porte chiuse, dunque, potrebbero non evitare del tutto il problema del contagio ma anzi provocare nuovi casi. Come occorrerà procedere, dunque? Per Ippolito servirebbe ad ogni modo consapevolezza. In merito commenta: “Io ritengo che il calcio sia in ogni caso una fonte di pericolo, come lo sono stati i funerali e le manifestazioni politiche”. In merito all’ipotesi di Salvini di far accedere negli stadi con capienza di 50-70 mila persone circa 20mila, il direttore dello Spallanzani ha replicato: “Non mi pare il caso. In piazza Garibaldi erano 5 mila e sono già un problema. Se vogliono riaprire, almeno tengano chiuse le porte degli stadi. Bisogna restare vigili. Il virus circola, come i dati della Lombardia stanno li a dimostrare”.

IPPOLITO (SPALLANZANI) COMMENTA FESTEGGIAMENTI A NAPOLI

Il Coronavirus è ancora in mezzo a noi e Giuseppe Ippolito lo ha ribadito in diverse occasioni anche nella sua ultima intervista. Si è infatti osservato che aumentando il numero di tamponi si trovano anche più contagi, ma la capacità di fare test non è aumentata. “Servono investimenti e organizzazione. L’Italia sta facendo un gran lavoro, ma finché non avremo sistemi completamente automatizzati sarà difficile aumentare questa capacità”, ha spiegato l’esperto dello Spallanzani. In merito a quanto accaduto alla Garbatella e al San Raffaele Pisana, Ippolito ha parlato di “comunità chiuse” ma, aggiunge, “dobbiamo pensare che situazioni come quelle viste a Napoli necessitano di ulteriori tamponi e monitoraggio. Tutte quelle persone andrebbero identificate e tracciate. Questa è una delle occasioni in cui la app (Immuni, ndr) sarebbe estremamente utile”. Più che nuove misure, a suo dire, servirebbe maggiore consapevolezza.