Ha colto tutti di sorpresa al G7 – meno gli addetti ai lavori che pare sapessero dell’incontro – l’arrivo del Ministro degli Esteri dell’Iran, il diplomatico Mohammad Javad Zarif, lo stesso che era arrivato alla firma del trattato sul nucleare con Obama e l’Europa prima dello “stop” imposto dalla nuova linea della Casa Bianca con Donald Trump. La crisi iraniana, le tensioni economiche per le sanzioni e quelle militari per gli scontri nel Golfo con diversi casi-mistero sulle petroliere sequestrate: con questo “portato” è arrivato al G7 di Biarritz (in chiusura questa mattina, ndr) l’inviato di Rohani per provare ad iniziare un “filo” di rapporto diplomatico con gli States. L’idea l’ha lanciata Macron, in accordo con gli alterni partner europei e informato lo stesso Trump si è arrivati ad una prima, positiva, ospitata preventiva: «Quello che vogliamo è semplice. Dev’essere un non nucleare. Affronteremo il discorso dei missili balistici, parleremo delle tempistiche. Ma è necessario porre fine al terrorismo. Credo che l’Iran cambierà, lo credo davvero. Penso abbia una chance», sono le prime parole di Donald Trump in merito ai vertici bilaterali che Zarif ha intrattenuto con gli altri leader.
TRUMP, MESSAGGI ALL’IRAN
Tempo per un incontro Usa-Iran, secondo Trump, è ancora troppo azzardato dato che i rapporti tra Teheran e Washington solo da qualche giorno hanno ricominciato a riannodare i fili della complicatissima matassa diplomatica. «Sapevo sarebbe venuto, me l’aveva chiesto Macron, e rispetto il fatto che si sia unito all’incontro. Vogliamo che l’Iran torni ad essere un Paese prospero, lasciamo che questo avvenga, se anche loro lo vogliono», continua Trump che subito dopo sempre dal G7 aggiunge «troppo presto per incontrare il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif». Intanto da Teheran, dopo le diverse critiche piovute contro il Governo degli Ayatollah per la sorpresa di Zarif al G7 dei “nemici”, specie per la presenza degli Stati Uniti, replica direttamente il Presidente Rohani: «Credo che per l’interesse nazionale del nostro Paese dobbiamo usare ogni strumento. Se sapessi di avere un incontro con qualcuno che potrebbe portare prosperità al mio Paese e risolvere i problemi del mio popolo, non esiterei». Giusto questa mattina Trump ha di fatto riacceso qualche spiraglio di accordo, dal momento che ha rilanciato «Voglio un Iran in buone condizioni, forte, e non stiamo cercando alcun cambio di regime. Abbiamo visto come questo funzioni nel corso degli ultimi 20 anni e non ha portato a esiti troppo positivi».