ATTACCO CON DRONI IN IRAN CONTRO FABBRICA ARMI A ISFAHAN: COSA È SUCCESSO
Il Medio Oriente è un’autentica polveriera e i riflettori della comunità internazionale da tempo ormai sono puntati su quanto avviene tra Israele e palestinesi, sul Golfo e ovviamente anche in Iran dove la protesta giovanile contro il regime non accenna a diminuire, nonostante la repressione degli ayatollah. A far accendere questa volta però i fari delle cancellerie internazionali è l’attacco con droni avvenuto nelle scorse ore presso una fabbrica di armi a Isfahan, controllata dalle forze governative di Teheran: «Un attacco di droni senza successo a uno dei complessi di officine del ministero della Difesa, nella città centrale iraniana di Isfahan, è stato sventato», lo ha reso noto il Ministro iraniano aggiungendo che uno dei droni è stato intercettato dal sistema di difesa antiaerea. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha parlato poi di un «attacco vile» che farebbe parte «dei tentativi portati avanti negli ultimi mesi dai nostri nemici per destabilizzare l’Iran».
L’attentato però, ha aggiunto il titolare degli Esteri del Governo Raisi, non avrà «alcun effetto sulla volontà e le intenzioni dei nostri specialisti per lo sviluppo di un nucleare pacifico». Secondo quanto riportato però dal “Wall Street Journal” dietro l’attacco con droni in Iran vi sarebbe quasi certamente il Governo di Israele del neo-nominato Bibi Netanyahu: «dietro l’attacco vi è Israele, nell’ambito del tentativo che Tel Aviv sta portando avanti con Washington per contenere le ambizioni militari e nucleari di Teheran» scrive il WSJ citando fonti dirette di funzionari Usa vicini all’operazione. L’edificio colpito infatti si troverebbe – riporta il quotidiano americano – proprio accanto all’Iran Space Research Center, sanzionato dagli Usa per la sua attività legata al programma di missili balistici dell’Iran.
DALL’IRAN: “USA E ISRAELE DIETRO L’ATTACCO”. LA ‘RISPOSTA’ DI BLINKEN
Sempre secondo il “Wall Street Journal”, la scorsa settimana il direttore della CIA William Burns avrebbe fatto visita in Israele per discutere le operazioni “segrete” contro l’Iran, parallelamente alla mastodontica esercitazione militare congiunta Usa-Israele con 7.500 membri del personale di entrambi i Paesi che hanno eseguito test per verificare la rispettiva capacità di eliminare i sistemi di difesa aerea e rifornire jet. In molti da Teheran vedono in questo i prodromi per un attacco deliberato contro l’Iran, mentre Washington e Tel Aviv fanno sapere si tratta solo di esercitazioni per scongiurare il più possibile l’utilizzo deliberato del nucleare da parte del regime sciita.
«L’attacco con i droni è stato un eccezionale successo», scrive oggi il “Jerusalem Post”, citando fonti estere e d’intelligence occidentale, mentre su Al Arabiya si parla dell’attacco con droni parlando direttamente del coinvolgimento sia di Israele che degli Usa avendo come obiettivo il deposito di missili balistici situato nei pressi dell’attacco. È attesa intanto per domani 30 gennaio la visita in Israele del Segretario di Stato Antoni Blinken per consolidare i colloqui tra i due Paesi sulle emergenze Iran e sulle altre questioni in Medio Oriente. «L’Iran ha respinto l’attuale proposta di tornare all’accordo sul nucleare», spiega lo stesso inviato di Biden nell’intervista all’emittente saudita Al Arabiya, aggiungendo che Washington crede ancora che la diplomazia sia «il modo più efficace per affrontare il dossier nucleare iraniano. I giovani iraniani stanno difendendo i loro diritti fondamentali di fronte al regime di Teheran». Secondo Blinken il cambio di regime spetta in un ultima analisi alla popolazione iraniana, sostenuta con forti dichiarazioni di appoggio da Washington: «Il regime iraniano sta convincendo la sua gente dell’idea che gli Stati Uniti vogliono un cambio di regime», conclude il Segretario di Stato Usa.
guyelster: #BREAKING Israel is behind the attack of Isfahan’s factory in Iran: WSJ pic.twitter.com/FNZTQ1VlcM
— IntelCrow (@intelcrows) January 29, 2023