C’è una nuova grande minaccia alla pace mondiale ed è rappresentata dall’uranio arricchito dall’Iran che se ad un livello alto può essere usato per la costruzione di bombe nucleari. Da oltre vent’anni il mondo è preoccupato per il programma nucleare di Teheran. Prima gli europei, poi gli americani hanno avviato negoziati, ma non si è riusciti a convincere l’Iran ad adottare misure che avrebbero garantito la natura pacifica del programma. Sono seguite sanzioni che hanno indebolito l’economia iraniana, poi nel 2015 è arrivato il Joint Comprensive Plan of Action (JCPoA) che ha eliminato le sanzioni e stabilito controlli più estesi sul programma nucleare e restrizioni sulla quantità di uranio arricchito che l’Iran può tenere in stock, oltre ad un livello massimo di arricchimento del 3,67%.
Stando a quanto riportato dal quotidiano tedesco Welt Am Sonntag, molti esperti ritengono che le condizioni siano troppo permissive per evitare una bomba nucleare iraniana, infatti nel 2018 l’allora presidente Usa Donald Trump ha annunciato il ritiro dell’accordo. Dal 2019 l’Iran non ha rispettato l’accordo e ora è più vicina che mai alla capacità di costruire bombe nucleari. Attualmente avrebbe già accumulato una quantità di uranio arricchito pari al 60%, infatti in un impianto nucleare sono state trovate tracce di uranio altamente arricchito. Con l’83,7% si raggiunge quasi il livello adatto per costruire bombe nucleari, ovvero il 90% circa.
IRAN E BOMBA NUCLEARE: PAURA IN MEDIO ORIENTE
La domanda che si pongono diplomatici e scienziati allora è se l’Iran vuole solo aumentare la pressione per migliorare la sua posizione negoziale o se invece vuole davvero mettersi in condizione di costruire armi nucleari. Welt Am Sonntag riferisce di canali confidenziali per discutere su come riprendere i negoziati in modo serio, ma la situazione è complessa, anche perché l’Iran fornisce droni da combattimento per la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. C’è poi l’ondata di proteste in Iran, che ha spinto l’Occidente ad un’ulteriore pressione. In questo contesto si aggiungono le voci di coloro che hanno accesso alla leadership iraniana secondo cui si starebbe rafforzando la posizione di chi vuole un “breakout”, cioè l’arricchimento dell’uranio al 90% per dare a Teheran la possibilità di costruire bombe nucleari. Gli scenari sono a dir poco preoccupanti e disegnano il rischio di un Medio Oriente in guerra. Un mediatore è il Qatar, che ha tradizionalmente buoni contatti con l’Iran, ma al tempo stesso ospita la più grande base militare Usa in Medio Oriente. «Mantenere un Medio Oriente libero dal nucleare è fondamentale per la stabilità regionale e per l’elezione della pace e della sicurezza nel mondo. Il Qatar sta agendo come mediatore attivo tra l’Occidente e l’Iran per facilitare lo scambio di messaggi e colmare il divario a sostegno degli sforzi di mediazione europei», ha dichiarato Majed al-Ansari, consigliere speciale del Ministro degli Esteri del Qatar.