Kenneth Rogoff, economista di Harvard tra i più accreditati al mondo, con un’ampia e chiara visione della geopolitica, in un’intervista rilasciata a La Stampa, ha ragionato sul futuro del pianeta, tra guerra a Gaza, possibile crisi con l’Iran, elezioni americane ed un’Europa sempre più debole. La situazione, ci tiene a precisare in apertura, è “spaventosa. Le tensioni geopolitiche nel Mar Rosso possono espandersi. Penso al Libano, all’Egitto. È tutto molto instabile“.
L’Iran, in questo contesto, secondo Rogoff, “sta alimentando il conflitto”, ma oltre a questo “voleva questa crisi” e vorrà, in futuro, “la totale esclation”. Teheran, infatti, “era spaventato che Israele si stesse avvicinando troppo all’Arabia Saudita” e si è comportata “come la Russia quando stava vedendo l’Ucraina diventare parte dell’Europa”. La crisi nel Mar Rosso, secondo l’economista, rappresenta inoltre “una crisi molto imbarazzante per gli Stati Uniti” che non riescono veramente a difendere le navi commerciali. In tutto questo, continua Rogoff, la situazione in Ucraina “è peggiore rispetto a un anno fa. Le cose non vanno bene al fronte” e nel frattempo il supporto degli USA è sempre più risicato e “l’Europa non ha fatto nulla per aumentare la propria capacità di produrre armi” e le scorte sono, ormai, “molto scarse”.
Kenneth Rogoff: “L’Europa è sempre più irrilevante”
A complicare la scacchiera già complessa, Rogoff aggiunge il tassello delle “elezioni statunitensi. Se Donald Trump viene eletto non potremo avere alcuna idea di ciò che farebbe. È totalmente imprevedibile” e la situazione per l’Europa si farebbe “cupa“. Il tycoon “sarà molto più aggressivo con l’altra parte dell’Atlantico. Sembrerà di essere tornati al 2016, con la prepotenza commerciale, le tariffe, la minaccia di uscire dalla Nato” e in questo caso l’Europa dovrebbe “assumersi la responsabilità della propria difesa”.
Poco, da parte dell’UE, spiega Rogoff, è stato fatto, mentre anche solo l’obiettivo “del 2% del bilancio non è sufficiente”. Complessivamente, “le conseguenze del conflitto in Medio Oriente possono contagiare l’Europa molto velocemente” ed è sempre possibile “uno choc sul gas” e sembra che l’UE stia “diventando geopoliticamente irrilevante sotto diversi aspetti”. Servirebbe, ora come ora, “un’Europa più coesa” e secondo Rogoff questo è un compito che potrebbe assumersi “Giorgia Meloni” della quale “continuo a sentire persone parlare bene di lei” e mentre “il cancelliere tedesco è debole, il presidente francese è in declino [e] di certo non possiamo guardare al Regno Unito. Meloni è stata una sorpresa positiva [e] può essere la risposta giusta per un’Europa in cerca di leader”.