È ancora mistero attorno all’elicottero su cui si trovavano il Premier dell’Iran Ebrahim Raisi, il ministro degli Esteri, il governatore della provincia e il principale imam della regione: il velivolo è disperso le ricerche finora non hanno prodotto alcun risultato. I media locali hanno mostrato la zona in cui sarebbe avvenuto l’incidente, ma del mezzo precipitato non c’è ancora alcuna traccia. Il motivo è da ricondurre anche alle condizioni meteorologiche proibitive, con buio, pioggia e nebbia. La Turchia sta in tal senso inviando personale di soccorso per la ricerca nella montagna, con attrezzature speciali ed elicotteri con visione notturna per aiutare a individuare qualche traccia. Le forti raffiche di vento tuttavia non aiutano le operazioni.



Sono passate intanto circa 12 ore da quando le autorità hanno definitivamente perso il contatto con l’elicottero. Nelle scorse ore secondo alcune indiscrezioni non confermate ufficialmente ci sarebbe stato un segnale da parte di un cellulare di un membro dell’equipaggio. Nel caso in cui questo fosse vero, ad ogni modo, ciò non è stato sufficiente per individuare il velivolo precipitato. Più passa il tempo, più gli scenari diventano nefasti. È così che si stanno valutando anche le conseguenze politiche di una possibile morte del Premier dell’Iran Ebrahim Raisi. Pare che a sostituirlo in questo caso sarebbe il suo vice, Mohammad Mokhber. Il Paese è sotto choc e in preghiera. (agg. di Chiara Ferrara)



RAISI È UFFICIALMENTE DISPERSO MA VIENE SMENTITA LA NOTIZIA DELLA MORTE: CRISI APERTA IN IRAN

Ogni parola è soppesata e dichiarazioni “nette” ancora non vengono fatte, ma si può ragionevolmente ipotizzare una decisa smentita da parte dell’Iran sulla notizia della morte di Ebrahim Raisi e del Ministro Hossein Amirabdollahian. Il secondo vicepresidente dell’Iran Mohsen Mansouri ha annunciato in diretta tv di aver trovato contatto – con diverse chiamate – con due passeggeri dell’elicottero presidenziale che hanno confermato come l’incidente non sia stato grave e che le condizioni meteo rendono ancora proibitivo un contatto stabile. Quanto accaduto è stato causato dal maltempo, spiega la tv di Stato iraniano, «non è possibile confermare che alcuno dei passeggeri sia rimasto ferito o ucciso». Così come il Governo, anche la Mezzaluna Rossa dell’Iran ha smentito la notizia dell’elicottero precipitato con Raisi a bordo: «le ricerche sono ancora senza successo», fanno sapere i portavoce dei soccorsi, anche se dopo le ore 20 in Italia la svolta avviene, il velivolo sarebbe stato trovato e non verserebbe in gravi condizioni.



«Speriamo che Allah riporti l’onorevole presidente e i suoi compagni tra le braccia della nazione – ha detto secondo l’Ayatollah Ali Khamenei secondo quanto riporta Al Jazeera -. Tutti devono pregare per la salute di questo gruppo di dipendenti pubblici. La nazione iraniana non deve essere preoccupata, non ci saranno interruzioni nel lavoro del Paese». Al di là delle ricerche del disperso Premier Raisi, nessuno finora a Teheran ha ufficialmente parlato di potenziali sabotaggi dell’elicotteri o tanto meno di abbattimento: si parla solo di atterraggi bruschi e d’emergenza per le condizioni meteo, nessuno ha accusato gli Stati Uniti né tantomeno Israele, visti i pessimi rapporti diplomatici con la guerra in corso nella Striscia di Gaza tra Tel Aviv e l’alleato iraniano palestinese di Hamas. Nel frattempo, come ha garantito l’Ayatollah, nel caso più nefasto della morte di Raisi non verranno lasciati vuoti di potere in Iran: la Costituzione prevede infatti, in caso di decesso improvviso del Presidente, il passaggio di ogni potere al vicepresidente, in questo caso Mohammad Mokhber. A quel punto scatterebbe l’iter di 50 giorni massimo per portare l’Iran a nuove elezioni per eleggere un nuovo Capo del Governo, il primo più alto in grado dopo la Guida Suprema Ali Khamenei.

“RAISI È MORTO”, MA L’IRAN SOTTO CHOC ANCORA NON SMENTISCE NÈ CONFERMA

Dalla Tass in Russia alla tv israeliana Canale 12, fino ad alcuni media iraniani non ancora confermati da Teheran: il Premier Ebrahim Raisi sarebbe morto nell’incidente in elicottero di questo pomeriggio, di ritorno dalla visita in Azerbaijan. Il mistero è però ancora molto fitto in quanto l’Iran non conferma, se non parlando di «atterraggio d’emergenza dopo condizioni meteo proibitive», e sottolinea solo che le ricerche del Premier con il Ministro degli Esteri sono ancora in corso nell’area non lontano da Tabriz.

L’agenzia iraniana Mehr in un primo momento aveva riportato che Raisi non sarebbe stato ferito e che l’atterraggio d’emergenza era andato a buon fine, con la carovana del Governo iraniano che proseguiva il viaggio verso Tabriz via terra: quella notizia però è stata cancellata, superata dalle fonti della Tass in Russia che parlano già della morte e da una fonte iraniana alla Reuters che sottolinea come le vite del Presidente iraniano Ebrahim Raisi e del ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian «sono a forte rischio». È poi la tv israeliana Canale 12 ad annunciare come fonti diplomatiche in Occidente stimano che Raisi e il Ministro siano «morti in quanto non sopravvissuti all’incidente». Ancora il funzionario anonimo che ha parlato da Teheran con la Reuters specifica che al momento qualche fiducia di trovarli ancora vivi permane, ma le informazioni che giungono dal luogo dell’elicottero precipitato «sono molto preoccupanti».

Fiumane di gente si sono riversate nelle piazze per pregare sulle sorti del Premier Raisi e delle altre personalità del Governo che sarebbero coinvolte nel presunto incidente: la Tv di Stato ha poi trasmesso immagini di fedeli in preghiera nel Santuario dell’Imam Reza a Mashhad, uno dei luoghi più sacri dell’Islam sciita iraniano. A ulteriore conferma dello stato di crisi che permane in Iran, la guida suprema Ayatollah Ali Khamenei ha convocato d’urgenza una riunione del Consiglio di Sicurezza ONU, secondo quanto riportato da “Teheran Times”. Secondo i media governativi, insomma, non vi sono né conferme né smentite sulla morte di Raisi: a 4 ore dall’incidente, al netto di tutte le fonti contraddittorie, non è un bel segnale.

ORE DI PANICO IN IRAN PER L’INCIDENTE DEL PREMIER RAISI IN ELICOTTERO DOPO VISITA IN AZERBAIJAN: ECCO COSA È SUCCESSO

Per almeno un’ora abbondante il mondo è rimasto sulle spine nell’angoscia di un evento che avrebbe potuto trascinare la guerra in Medio Oriente in una potenziale catastrofe: la notizia dell’elicottero precipitato con a bordo il Premier dell’Iran Ebrahim Raisi ha fatto temere conseguenze inenarrabili visto il grado di tensione esistente fra Teheran, Israele e l’Occidente.

Le notizie infatti si rincorrevano frenetiche con diversi punti “misteriosi” e pochi elementi certi: Raisi si trovava in una regione di confine l’Iran e l’Azerbaijan per inaugurare con il Presidente azero Ilhan Aliyev una diga sul fiume Aras: nel ripartire in direzione Teheran, l’elicottero sarebbe stato coinvolto in un incidente, con alcune fonti iraniane che parlavano anche di velivolo «precipitato» con l’entourage del Premier a bordo. Addirittura i media iraniani hanno iniziato a chiedere all’intera nazione di pregare per il leader politico di Teheran, con le preghiere giunte fino all’Ayatollah Khamenei: nel giro poi di alcuni minuti sono giunte rassicurazioni sul grado di pericolosità dell’incidente, iniziando a comprendere come l’incidente fosse in realtà stato evitato con un atterraggio d’emergenza e per di più senza feriti. Non senza però qualche alone di mistero che tutt’ora permane.

“RAISI TRA I PASSEGGERI DELLO SCHIANTO”, POI LA PRECISAZIONE DA TEHERAN: “ATTERRAGGIO D’EMERGENZA, PROSEGUE VIAGGIO VIA TERRA”

Ancora dopo le ore 15 in Italia la Reuters rilanciava della presenza del Premier Raisi con il Ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian tra i passeggeri coinvolti nello schianto: a quel punto l’interesse mondiale si è acceso sull’Iran cercando il più possibile fonti affidabili per capire cosa fosse successe al supremo leader politico di Teheran, secondo per importanza solo all’Ayatollah.

A quel punto è intervenuto il ministro degli Interni iraniano, Ahmed Vahidi, che alla tv di Stato ha confermato come uno degli elicotteri che trasportava Raisi ha avuto «un atterraggio d’emergenza molto brusco». Non solo, le squadre di soccorso sono ostacolate dalle difficili condizioni meteorologiche, che sarebbero anche la causa dell’elicottero in parte precipitato: l’atterraggio sarebbe poi avvenuto nei passi di Jolfa, come documentano alcune foto rilanciate sui social iraniani del Premier Raisi illeso con dietro l’elicottero danneggiato. «Alcune delle persone a bordo dell’elicottero del presidente Raisi sono riuscite a mettersi in contatto con il quartier generale, alimentando le speranze che l’incidente possa essersi concluso senza vittime», spiega l’agenzia Tasnim su X.

Restano comunque diverse notizie contraddittorie sui fatti accaduti in Iran e Azerbaijan questo pomeriggio: secondo l’agenzia russa Tass, ad esempio, in un primo momento si parlava di Raisi ferito in gravi condizioni, poi la notizia è stata cancellata ed è rimasto l’indicazione data dal Ministro degli Interni iraniani. Sempre l’agenzia russa poi però aggiunge come i soccorritori dall’Iran non sono riusciti a raggiungere il luogo dell’atterraggio, con conferma dei servizi di emergenza di Teheran, «la nebbia è troppo fitta». Secondo un’altra agenzia, la Mehr, dopo l’atterraggio d’emergenza Raisi avrebbe continuato il suo viaggio via terra, in direzione di Tabriz, assieme al Ministro Hossein Amir-Abdollahian, l’imam della moschea di Tabriz e altri alti funzionari del governo.