IRAN MINACCIA ISRAELE CON L’ATOMICA? “USEREMO ARMA MAI USATA”. LE PAROLE DI NETANYAHU
A Netanyahu che parla di vittoria certa dovunque, a Gaza e in tutto il Medio Oriente, replica nuovamente l’Iran che minaccia lo Stato ebraico facendo intendere l’eventualità delle armi nucleari, «useremo un’arma mai usata». È una guerra di minacce, per il momento, tra Teheran e Tel Aviv a due giorni dall’attacco notturno con missili e droni mosso dai Pasdaran: un intero cordone internazionale cerca di convincere Iran e Israele a non dar vita ad una escalation nel Medio Oriente, ma il livello dello scontro resta altissimo sebbene sia il Gabinetto Netanyahu che l’Ayatollah garantiscano si tratterà di “interventi mirati” e non di una vera e propria guerra come quella in corso da 193 giorni nella Striscia di Gaza.
Secondo le fonti Usa, Israele sarebbe pronto a colpire su luoghi mirati in territorio iraniano già nei prossimi giorni: oggi dopo il Gabinetto di guerra, il Premier Netanyahu sottolinea come Gaza faccia parte di un «sistema più grande. Siamo determinati a vincere lì e a difenderci in tutte le arene. C’è l’Iran dietro Hamas, dietro Hezbollah, dietro gli altri». Gli obiettivi di Tel Aviv fissati dal leader ebraico sono tre: «eliminare Hamas, riavere i rapiti e garantirci che Gaza non sia più una minaccia», ma in merito ad una risposta ai missili dell’Iran, Netanyahu si limita a dire come Teheran dovrà aspettare «nervosamente, senza sapere quando». La conferma della voluta risposta di Israele arriva poi in serata dal portavoce militare delle forze Idf, Daniel Hagari: «Non possiamo restare fermi davanti a questo tipo di aggressione, l’Iran non ne uscirà impunemente. Risponderemo – ha spiegato – al tempo e al posto giusto e nel modo che sceglieremo».
Per il Ministero degli Esteri iraniano, qualora Israele dovesse muovere nuovi attacchi la risposta sarà immediata e ancora più dolorosa: addirittura per il Presidente Ebrahim Raisi, l’attacco dell’Iran era volto a punire l’aggressore Israele, ma «ha avuto successo e ora annunciamo con decisione che qualsiasi mossa di ritorsione contro l’Iran riceverà una risposta orribile, diffusa e dolorosa». Il rappresentante del Comitato per la Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, ha però alzato il livello della tensione spiegando che in caso di attacco israeliano, «Teheran è pronto a usare un’arma che non abbiamo mai usato». Ogni riferimento all’arma atomica è purtroppo impossibile da escludere.
DALLA CINA ALLA RUSSIA: NON SOLO L’OCCIDENTE TENTA LA MEDIAZIONE CON IRAN-ISRAELE
A livello internazionale, continua l’opera di mediazione dell’Occidente con le richieste di Stati Uniti e G7 a Israele per non far scattare un’escalation regionale in tutto il Medio Oriente: ma nelle ultime ore anche Cina e Russia entrano direttamente nei contatti diretti con gli “attori” in guerra, tanto l’Iran quanto Israele. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il suo omologo iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, si sono sentiti al telefono in un dialogo «informativo» sugli scenari attuali: sebbene Teheran continui a considerare “limitato” il proprio agire contro lo Stato ebraico, Pechino avrebbe chiesto una maggiore moderazione per evitare ogni tipo di escalation.
Nel pomeriggio invece il Presidente russo Vladimir Putin ha sentito direttamente il Presidente Raisi manifestando la speranza «Iran e Israele esercitino la moderazione per evitare una nuova escalation». Il leader iraniano avrebbe invece spiegato al Cremlino che non vi sono intenti ufficiali degli ayatollah nello scatenare un’escalation ulteriore in Medio Oriente: da ultimo, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan rompe i toni “moderati” e attacca direttamente Netanyahu considerandolo l’unico vero «responsabile» dell’attacco iraniano degli scorsi giorni. In serata il Ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, uscendo dalla riunione governativa annuncia come Israele risponderà all’Iran ma solo in «coordinamento con gli Usa per costruire un’alleanza globale e regionale contro Teheran».