Continuano senza sosta le proteste in Iran contro il regime, ma Ebrahim Raisi non ha intenzione di fare marcia indietro. Anzi, promette battaglia. Durante un comizio a Teheran, il presidente iraniano ha annunciato che non ci sarà pietà nei confronti di chi protesta e nei confronti di chi si dimostra “ostile” nei confronti della Repubblica islamica. Dito puntato contro quelli che ha definito “ipocriti, monarchici e tutte le correnti antirivoluzionarie”.
Nel corso del suo intervento, Raisi ha ribadito che l’abbraccio dell’Iran è aperto a tutti, ma non verrà mostrata pietà per coloro che sono ostili. Il riferimento è a quelle che sono definite “rivolte” esplose dopo la morte della ventiduenne Mahsa Amini, avvenuta dopo l’arresto della polizia morale con l’accusa di non aver indossato il velo islamico nella maniera corretta. Un evento che ha scatenato la rabbia di donne e uomini, in piazza per rivendicare diritti e libertà, a costo di rischiare la vita di fronte alle violenze del regime.
Iran, Raisi: “Nessuna pietà per chi protesta”
Le marce di protesta sono “sommosse” da reprimere, ha aggiunto il presidente iraniano, che ha promesso di non avere misericordia nei confronti degli elementi ostili. I funzionari iraniani, inoltre, hanno accusato i nemici della Repubblica islamica, mettendo nel mirino gli Stati Uniti e gli altri Paesi occidentali, rei di aver istigato le proteste: “Se pensate di raggiungere i vostri obiettivi diffondendo voci e dividendo la società, vi sbagliate”. La comunità internazionale si è schierata fermamente contro la repressione violenta delle proteste, biasimando senza mezzi termini le esecuzioni registrate negli ultimi giorni. Gli Stati Uniti sono intervenuti attraverso il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price: “Chiediamo il rilascio incondizionato di tutte le persone imprigionate in Iran per aver esercitato pacificamente le loro libertà”. L’Italia – secondo quanto confermato da fonti governative all’Agi – convocherà al più presto l’ambasciatore iraniano per esprimere la sua condanna per gli omicidi e le violenze contro i manifestanti.