L’Iran è in grado di costruire la bomba atomica. L’inatteso annuncio arrivo dal capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana, Mohammad Eslami, ed è stato riportato dall’agenzia iraniana Mehr. Secondo quanto ha annunciato Eslami, l’Iran continuerà a mantenere e non ha intenzione di interrompere i rapporti con l’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Per questo motivo, lo stesso Eslami ha mosso parole di critica nei confronti di Israele, rilanciando al mittente le accuse secondo cui Teheran sarebbe impegnato a costruire armi nucleari e accusando Israele di voler ingannare l’opinione pubblica con questo tipo di insinuazioni.



L’Iran è tecnicamente in grado di costruire la bomba atomica” è l’annuncio rilanciato dall’Ansa, a cui fa subito seguito la precisazione secondo cui “al momento non è in programma”. A questo punto, l’Iran potrebbe diventare la decima nazione in tutto il mondo ad avere nel proprio arsenale delle armi nucleari. Si aggiungerebbe quindi all’elenco che include già gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, Gran Bretagna, Francia, India, Pakistan, Israele e infine la Corea del Nord.



Iran e la bomba atomica: le avvisaglie a giugno 2022

L’Iran non sarebbe nuovo a questo tipo di obiettivo. Già nel mese di giugno scorso, il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, aveva affermato che l’Iran sarebbe stato molto vicino ad acquisire una quantità significativa di materiale nucleare necessario per realizzare una bomba. Lo aveva illustrato nel corso del suo intervento, avvenuto durante la prima giornata del consiglio di amministrazione dell’AIEA a Vienna. In quell’occasione aveva però precisato che essere in possesso di abbastanza materiale nucleare per una bomba e costruire una bomba erano due questioni diverse. Secondo Grossi, l’Iran sarebbe stato responsabile di limitare per oltre un anno le attività di monitoraggio dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.



Già nel 2015 l’Iran aveva sottoscritto un accordo con le sei nazioni del consiglio di sicurezza dell’Onu, impegnandosi a ridurre le sue riserve di uranio arricchito e a non costruire nuovi reattori nucleari, ottenendo così il ritiro di alcune sanzioni economiche. Nel 2019, però, l’allora Presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva ripristinato unilateralmente le sanzioni, ritirandosi di fatto dall’accordo stipulato tra l’Onu e l’Iran.