Venti di Terza Guerra Mondiale soffiano sul Golfo Persico, con Usa e Iran impegnate protagoniste di un’escalation di tensione che potrebbe presto sfociare in un conflitto militare. Da parte di Teheran, dopo l’abbattimento del drone americano e il raid annullato in extremis da Donald Trump, ecco arrivare un monito inquietante per bocca di Abolfazi Shekarchi. Come riportato da Tgcom24, il portavoce delle Forze armate iraniane ha dichiarato:”Ogni errore commesso dai nemici dell’Iran in particolare gli Usa e i loro alleati regionali, sarebbe come sparare una polveriera che brucerà gli Stati Uniti, i suoi interessi e i suoi alleati sul campo”. Un concetto ribadito con forza dal portavoce del ministero degli Esteri, Abbas Mousavi, che avverte: “Risponderemo a ogni minaccia o aggressione americana”. (agg. di Dario D’Angelo)



IL GIORNALISTA CHE HA “CONVINTO” DONALD TRUMP A FERMARE L’ATTACCO

Potrebbe essere stato un giornalista della Fox News, il canale più seguito da Donald Trump, ad aver evitato il possibile scoppio di una devastante Terza Guerra Mondiale originata dal conflitto tra Usa e Iran. Una sintesi forse un tantino esagerata ma secondo i giornali americani fortemente credibile. Come riportato da “Il Post”, dietro la decisione di fermare l’attacco contro Teheran potrebbe celarsi in realtà non la volontà di evitare uno spargimento di sangue – o comunque, non solo – ma anche l’influenza esercitata su Trump da Tucker Carlson, commentatore politico e ospite fisso di Fox News, di fatto l’unica rete via cavo che si occupa di informazione ad essere trattata con benevolenza dal tycoon. Il giornalista, infatti, per giorni ha sostenuto che rispondere alle provocazioni dell’Iran sarebbe stato per Trump un tragico errore e che se avesse trascinato il Paese in una nuova guerra avrebbe potuto dire addio alle sue speranze di rielezione alla Casa Bianca. E’ stato questo ragionamento a portare Trump alla decisione di fermarsi a 10 minuti dall’attacco all’Iran? (agg. di Dario D’Angelo)



TRUMP: “150 VITTIME NON VALGONO UN DRONE ABBATTUTO”

Era tutto pronto per l’offensiva militare Usa nei confronti dell’Iran. Dopo il drone militare a stelle e strisce abbattuto da Teheran, il presidente Donald Trump aveva dato mandato ai suoi di rispondere con la forza, colpendo alcuni obiettivi strategici. Gli aerei erano pronti al decollo, e le armi presenti sulla portaerei Abraham Lincoln, di stanza nelle acque del Golfo Persico, erano puntate verso il territorio iraniano. I bersagli erano tre, installazioni radar e basi missilistiche. Trump aveva già dato il suo ok, ma dieci minuti dopo è tornato sui suoi passi, non sentendosela di provocare numerose vittime. Lo stesso tycoon, attraverso il proprio profilo Twitter, ha infatti svelato i piani dell’operazione, sottolineando come i morti sarebbero stati 150: «Il costo delle vite non mi sembrava proporzionato alla perdita di un velivolo privo di equipaggio». L’umanità e il buon senso hanno quindi fermato il commander-in-chief, forse un lato del suo carattere che in molti non si attendevano, o che comunque i critici hanno probabilmente sottovalutato. Ed ora cosa si fa? Trump ha invitato l’Iran al negoziato, ma al momento non sembrerebbero esservi segnali distensivi, e soprattutto nessun canale di comunicazione fra le due nazioni è stato aperto. Chissà che il Consiglio di sicurezza chiesto oggi all’Onu dagli Usa non possa rappresentare un primo importante step per un riequilibrio fra Washington e Teheran. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



USA-IRAN, GUERRA SFIORATA, VIDEO

Gli Stati Uniti erano pronti a rispondere militarmente all’abbattimento del drone Usa con un raid contro l’Iran. La conferma arriva anche dal presidente Trump che ha però deciso di bloccare tutto proprio 10 minuti prima del via, parlando di “un avvertimento”. Le tensioni crescono, dunque, tra Usa e Iran ma anche all’interno della stessa Casa Bianca divisa sul da farsi. Secondo il New York Times, infatti, mentre il segretario di Stato, Mike Pompeo, la direttrice della Cia, Gina Haspel, e il consigliere alla sicurezza nazionale John Bolton erano a favore, ad essere invece contrari erano invece i funzionari del Pentagono, preoccupati del rischio di un’escalation regionale. Intanto, spiega l’Agenzia Nova, l’Iran avrebbe smentito un dialogo in corso con gli Usa asserendo di non aver mai ricevuto alcun messaggio proveniente dagli Stati Uniti tramite l’Oman. A dichiararlo, il portavoce del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran, Keyvan Khosravi, citato dall’agenzia di stampa “Mehr”: “Gli Stati Uniti non hanno inviato alcun messaggio attraverso l’Oman all’Iran”. Secondo il funzionario iraniano, erano circolate notizie secondo le quali Trump avrebbe avvertito l’Iran tramite l’Oman che si stava preparando a lanciare un attacco contro l’Iran a meno di una disponibilità a negoziare da parte di Teheran. “Non c’è nulla di reale in tutto questo”, ha però commentato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

TRUMP: “RAID FERMATO 10 MINUTI PRIMA DELL’ATTACCO”

Tensione Usa-Iran, Donald Trump conferma le indiscrezioni delle ultime ore: dopo aver dato l’ok, ha bloccato l’attacco poco prima che iniziasse. Il numero uno della Casa Bianca ha spiegato: «Ho fermato l’attacco dieci minuti prima che iniziasse per evitare 150 morti, non sarebbe stato proporzionato all’abbattimento di un drone». Il tycoon ha poi aggiunto su Twitter: «Non ho fretta, il nostro apparato militare è stato rimesso in piedi e pronto a far del proprio meglio in tutto il mondo. Le sanzioni funzionano e altre sono state varate la notte scorsa. L’Iran non deve poter avere armi nucleari, nè contro gli Usa nè contro il mondo». Trump sottolinea successivamente: «Il presidente Obama ha concluso con l’Iran un accordo disperato e terribile, gli ha dato 150 miliardi di dollari oltre ad 1,8 miliardi in contanti. L’Iran era in grande difficoltà, lui li ha tirati fuori dai guai e gli ha aperto un’autostrada per arrivare, in tempi brevi, alle armi nucleari. Invece di ringraziare, l’Iran ha urlato morte all’America. Ho terminato l’accordo, che non era nemmeno stato ratificato dal Congresso, e ho imposto pesanti sanzioni». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

CAMBIO ROTTA PER COMPAGNIE AEREE E ALITALIA

Le tensioni tra Iran e Usa cominciano ad avere le prime conseguenze internazionali dopo l’abbattimento di un drone americano sullo stretto di Hormuz. Le Guardie della rivoluzione islamica iraniana, come spiega Il Messaggero online, avrebbero diffuso il video del presunto abbattimento. Si tratta di immagini notturne della durata di circa 30 secondi nelle quali si vede il lancio di un missile seguito poi da una forte esplosione in cielo e dall’urlo “Allahu Akbar” da parte dei Pasdaran. L’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite ha scritto inoltre che il drone Usa abbattuto avrebbe ricevuto ieri “ripetuti avvertimenti radio” di non entrare nel territorio di Teheran. Intanto, tra le conseguenze dirette di queste tensioni, ci sono le decisioni intraprese da molte compagnie aeree mondiali le quali hanno deciso di modificare le proprie rotte. Oltre a Lufthansa, British Airways, Klm e Qantas le quali hanno annunciato che i loro aerei non sorvoleranno lo stretto di Hormuz ed il Golfo dell’Oman, si aggiunge anche Alitalia. Fonti della compagnia hanno fatto sapere che in via precauzionale eviteranno di sorvolare lo stretto di Hormuz e il golfo dell’Oman, dove cioè si è registrata una escalation di tensione tra Stati Uniti e Iran. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

TEHERAN “DRONE ABBATTUTO NEL NOSTRO SPAZIO AEREO”

Altissima tensione nel Golfo fra gli Stati Uniti e l’Iran. Ieri Teheran ha abbattuto un velivolo drone dell’esercito Usa, e la risposta del presidente Trump è stato quasi un conflitto a fuoco, quasi perché dopo aver dato l’ordine di attaccare alcuni obiettivi sensibili, è tornato sui suoi passi annullando l’azione. L’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite, Majid Takht-e Ravanchi, ha inviato una lettera al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, per fare chiarezza su quanto accaduto, sottolineando come il drone in questione abbia ricevuto “ripetuti avvertimenti radio” di non violare lo spazio aereo iraniano. Secondo quanto sostiene Teheran, il velivolo abbattuto era “impegnato in una chiara operazione di spionaggio”. Majid Takht-e Ravanchi ha poi fornito tutti i dettagli dell’operazione, compresa l’esatta posizione dell’abbattimento, avvenuta sullo stretto di Hormuz. Mohammad Javad Zarif, ministro degli esteri iraniani, ha invece spiegato su Twitter: “Non cerchiamo la guerra ma ci difenderemo da ogni aggressione”. Ovviamente per gli Stati Uniti la vicenda è andata diversamente. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

USA-IRAN, CONFLITTO SFIORATO

Il mondo è stato ad un passo da una nuova guerra, quella fra gli USA e l’Iran. Come riferito dai principali organi di informazione online in questi ultimi minuti, il presidente Donald Trump aveva dato ordine di attaccare Teheran, ordine poi annullato poco dopo a seguito di un tempestivo ripensamento. Una crisi internazionale scatenata dall’abbattimento di un drone di sorveglianza americano da parte degli iraniani, azione che ha indotto l’Agenzia federale per l’aviazione civile degli Stati Uniti ad escludere i voli americani sopra lo stretto di Hormuz e il Golfo di Oman, territorio iraniano. «Restrizioni fino a nuovo avviso – fa sapere l’Amministrazione federale dell’aviazione degli Stati Uniti – dovute ad accresciute attività militari e all’aumento delle tensioni politiche nella regione, che rappresentano un rischio per le operazioni dell’aviazione civile statunitense e possibili errori di calcolo o errata identificazione». Le forze militari presenti nel Golfo sono in stato di massima allerta, e stando a quanto riferito da Newsweek alle ore 2 locali, quando in Italia erano le 23:00 di ieri sera, hanno ricevuto ordine di colpire entro un’ora, anche se poi non è successo nulla. Pare che Donald Trump, in base a quanto racconta il New York Times, avesse approvato azioni militari mirate contro l’Iran dopo l’abbattimento del drone, per poi ripensarci. Alta tensione in particolare fino alle sette di ieri sera, ora di Washington, con gli alti ufficiali militari e i diplomatici alla Casa Bianca pronti a nuovi ordini. Obiettivo degli Usa erano i radar e le batterie missili, e quando l’operazione stava per partire è stata successivamente annullata: gli aerei erano già nell’aria.

USA-IRAN, TRUMP ORDINA L’ATTACCO POI LO ANNULLA

Sale la tensione tra Iran e Usa dopo la notizia di un “drone spia americano” abbattuto. Ad annunciarlo, come riferisce RaiNews, sarebbero stati i Guardiani della rivoluzione iraniana dopo che il drone Usa avrebbe violato lo spazio aereo della Repubblica Islamica. L’aereo abbattuto dalle forze aeree nella provincia costiera di Hormozgan, a Sud dell’Iran, come riferisce Press Tv sarebbe un modello di Global Hawk. Il Pentagono ha inizialmente smentito la notizia ribadendo l’assenza di aerei americani nella zona dell’Iran indicata. Successivamente è stata invece confermata la notizia dell’abbattimento del drone sopra lo stretto di Hormuz. “Il veicolo statunitense è, sì, stato abbattuto, ma era operativo in una zona di spazio aereo internazionale”, è stato chiarito. Stando a quanto emerso da fonti americane, il drone in questione sarebbe un Mq-4c Triton della Us Navy, da ricognizione. Donald Trump ovviamente non è rimasto in silenzio ma dopo la notizia ha twittato: “L’Iran ha commesso un grave errore!”.

USA-IRAN: NUOVE TENSIONI DOPO DRONE AMERICANO ABBATTUTO

Il presidente Usa, dallo Studio Ovale dove sta ricevendo il premier canadese Justin Trudeau, ha cercato di mettere inizialmente a freno le tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran commentando: “È difficile credere che sia stato intenzionale […] Non c’era un uomo o una donna nel drone. (Se un pilota ci fosse stato) avrebbe fatto una grossa differenza”. Tuttavia non ha escluso la possibilità di discussioni future con Teheran. Sul piano opposto, l’Iran ha già fatto sapere tramite il comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniani che “risponderà a ogni aggressione straniera e la nostra reazione è, e sarà sempre, categorica e assoluta”. Dopo l’abbattimento di un drone Usa, il presidente Trump ha replicato ai giornalisti che ipotizzavano possibili bombardamenti da parte degli Stati Uniti come risposta: “Lo scoprirete presto”, si è limitato a commentare. L’episodio, di fatto, si è andato ad inserire in un quadro di escalation della crisi diplomatica tra l’Iran e gli Usa, sebbene entrambi i Paesi affermino di non essere in conflitto militare.