In Iraq è scoppiato il caos dopo che il leader sciita Moqtada Sadr, vincitore alle elezioni legislative di ottobre, ha annunciato nelle scorse ore con un tweet il suo ritiro dalla vita politica dopo oltre venti anni di attività nell’era del Paese successiva alla caduta del dittatore Saddam Houssein. Già sabato scorso aveva proposto a tutti i leader politico-confessionali di ritirarsi dai rispettivi incarichi per fare spazio a delle “riforme”.



I suoi sostenitori non hanno però accettato la scelta e si sono riversati in strada per esprimere il proprio dissenso. Centinaia di persone hanno preso d’assalto il Palazzo del Governo all’interno della ‘Green Zone’ di Baghdad, trovando l’opposizione delle forze di sicurezza. Gli scontri, come riportato da Al Jaazira, hanno provocato la morte di almeno 8 manifestanti. Questi ultimi sarebbero stati uccisi da colpi di arma da fuoco. I feriti sarebbero diverse decine. I rappresentanti Onu hanno lanciato dunque un appello alla pacificazione: “È in gioco la sopravvivenza dello Stato iracheno. Gli sviluppi odierni rappresentano un’escalation molto pericolosa. Le istituzioni statali devono lavorare libere da ostacoli. ”.



Iraq, leader sciita Moqtada Sadr si ritira: scoppia il caos, istituito coprifuoco

L’esercito, per porre fine alle tensioni in Iraq a seguito della scelta del leader sciita  Moqtada Sadr di ritirarsi dall’attività politica, ha introdotto il coprifuoco, prima nella Capitale e poi in tutto il Paese. La misura è stata annunciata con un comunicato del Comando delle operazioni congiunte di Baghdad. Le persone dovranno rimanere nelle loro abitazioni a partire dalle 15.30 locali (le 14.30 in Italia) per un periodo indefinito. “Le forze di sicurezza invitano i manifestanti a ritirarsi immediatamente dalla Zona Verde”, si legge nella nota emanata dall’ufficio dell’esercito che riunisce tutte le componenti militari e di polizia preposte alla sicurezza della capitale e dei suoi dintorni. “È necessario prevenire scontri o spargimenti di sangue tra gli iracheni”.



La volontà di interrompere immediatamente gli scontri deriva anche dalla incertezza relativamente alla provenienza degli spari che hanno provocato la morte di diversi manifestanti. Si teme infatti la presenza di cellule interessate a innescare un conflitto armato fra la milizia che sostiene Moqtada Sadr (anti-Teheran) e le forze paramilitari della coalizione avversaria, guidata dall’ex primo ministro filo-iraniano Nuri al-Maliki, i quali potrebbero avere aperto il fuoco contro la Polizia.