L’Iraq da diversi mesi a questa parte si trova a fare i conti con una singolare (ed altrettanto terribile) setta sciita che ha già causato decine e decine di morti in tutto il paese tra i suoi – per ora fortunatamente pochi – seguaci: non si pensi ad omicidi violenti o ad eventi plateali come quelli a cui ci hanno abituato i vari movimenti islamici, ma piuttosto alla volontà (più o meno indotta, ma ci arriveremo) dei proseliti del culto a sacrificarsi in nome di quello che considerano l’unico vero imam della religione musulmana.



Facendo un passo indietro, le fosche trame della setta sono state portate agli albori della cronaca sul territorio iracheno da una vera e propria ondata di suicidi tutti identici – una corda intorno al collo, appesa a travi domestiche o pali della luce – tra i giovani e giovanissimi del paese: morti apparentemente scollegate tra loro e talvolta accadute anche a centinaia di km di distanza e che dopo mesi di indagini hanno permesso di arrivare al nome ‘Jamat al Qurban‘ che si potrebbe tradurre a grandi linee come ‘Fratellanza dell’offerta‘.



Così, seguendo il filo delle indagini e riuscendo ad intercettare un paio di membri della setta sciita, gli inquirenti hanno ricostruito che è stata fondata nel 2020 in quel di Bassora e che oggi conta circa 3mila proseliti: gli adepti sono interamente devoti – tanto da usare addirittura la locuzione “anima e corpo” – alla figura di Alì bin Abi Talib, cugino del profeta islamico Maometto considerato dalla religione sciita il primo tra gli imam; attorno al quale vengono organizzate funzioni – che hanno più l’aspetto di quelle che da noi chiameremmo messe nere – che si sono fatte via via sempre più estreme.



La setta sciita che spaventa l’Iraq: 50 arresti per istigazione al suicidio dopo le lotterie per scegliere i martiri

La presenza della setta in Iraq era nota già da tempo ma in un primo momento agli inquirenti non era risultata particolarmente problematica, salvo poi arrivare all’ondata di suicidi tra i membri e ai primi politici che hanno iniziato a parlare di un vero e proprio problema di ordine pubblico dato che ad un occultismo sfrenato si è unita anche la pratica dei sacrifici umani: a testimoniarlo è stato un membro anonimo intercettato dall’HuffPost iracheno che ha spiegato – innanzitutto – che le messe si celebrano al buio con un sottofondo di musica elettronica; così come ha raccontato che uno dei principali usi è quello di non utilizzare letti o oggetti tecnologici.

Fino a qui nulla di strano, una strana setta sciita che organizza dei piccoli rave, dorme per terra e non usa i social; ma le cose si fanno strane quando l’adepto anonimo racconta che periodicamente (non è chiaro quanto) “viene organizzata una lotteria” con la quel si estrae a sorte uno dei presenti in sala per fargli ‘vincere’ “l’onore di offrire la propria esistenza all’imam Alì”, il tutto – assicura – su base assolutamente volontaria e senza che nessuno abbia mai compiuto assassini in nome del culto.

Una posizione – quest’ultima – forse smentita dai fatti perché solo pochi mesi fa la polizia dell’Iraq ha arrestato un ex dirigente della Fratellanza che avrebbe ammesso di aver ucciso due membri della sua famiglia per offrirli ad Alì; mentre una cinquantina di persone sono finite in manette con l’accusa di istigazione al suicidio, avviando una vera e propria caccia all’uomo nei confronti del fondatore della setta Abdul Ali Munim al-Hasani che fino ad ora è riuscito a nascondersi grazie alla protezione di alcuni poliziotti collusi.