Irene Pivetti si sarebbe vista rigettare il ricorso della difesa e la Cassazione avrebbe confermato il sequestro di circa 3,5 milioni di euro a suo carico. L’ex presidente della Camera, riporta Ansa, sarebbe accusata di evasione fiscale e autoriciclaggio nell’ambito di una inchiesta condotta dal Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e coordinata dal pm Giovanni Tarzia. Nel fuoco delle indagini una serie di operazioni ritenute degne di interesse investigativo, quali la compravendita di auto di lusso che, secondo l’accusa, sarebbero servite a riciclare denaro frutto di frode fiscale.



Il no al ricorso che apre alla conferma del sequestro preventivo delle somme a carico di Irene Pivetti, riporta ancora l’agenzia di stampa, sarebbe firmato dalla seconda sezione penale della Suprema Corte che avrebbe respinto l’azione dei legali di Irene Pivetti. Nel febbraio scorso, il Riesame aveva disposto il sequestro in accoglimento della ricorso del pm contro la bocciatura da parte del giudice per le indagini preliminari. Nel provvedimento, riporta ancora Ansa, anche il sequestro di somme per quasi 500mila euro a carico di un consulente di Irene Pivetti, Pier Domenico Peirone, che avrebbe già patteggiato 1 anno e 10 mesi.



Irene Pivetti, l’ex presidente della Camera sul sequestro

L’ex deputata Irene Pivetti, poche ore fa, a margine della decisione della Cassazione nell’ambito dell’inchiesta su presunti evasione fiscale e autoriciclaggio a Milano, è intervenuta ai microfoni di Adnkronos per dire la sua sulla vicenda che la vedrebbe destinataria di sequestro preventivo per somme che si aggirerebbero intorno ai 3,5 milioni di euro. Queste le parole dell’ex presidente della Camera, dopo il rigetto del ricorso della sua difesa: “Il tempo è il mio migliore alleato, servirà un approfondimento, sono tranquilla, molto serena. Ben vengano gli approfondimenti che ci saranno“.

Il sequestro disposto a carico di Irene Pivetti rientrerebbe nell’ambito di una inchiesta aperta dalla Procura del capoluogo lombardo per le ipotesi di reato predette. L’occhio degli inquirenti si sarebbe focalizzato in particolare sulla compravendita di tre auto di lusso, Ferrari Gran Turismo, che secondo chi indaga sarebbero servite per il riciclaggio di soldi frutto di frode ai danni del Fisco. La Procura di Milano, inoltre, avrebbe chiesto il rinvio a giudizio a carico dell’ex esponente della Lega e di altre 5 persone (tra cui l’ex pilota di rally e campione di Gran Turismo Leonardo ‘Leo’ Isolani) e l’udienza preliminare davanti al gup sarebbe fissata per il prossimo 6 ottobre.

Nell’inchiesta, scrive ancora Ansa, si ipotizzerebbe un ruolo di intermediazione da parte di una società riconducibile a Irene Pivetti in alcune operazioni commerciali che sarebbero ritenute sospette, datate 2016 e avviate dal Team di Isolani. Stando alle ipotesi dell’accusa, l’ex pilota avrebbe voluto nascondere alcuni beni al Fisco (con cui avrebbe maturato un debito di circa 5 milioni) tra cui proprio le Ferrari sulle quali, avrebbero ricostruito gli investigatori, sarebbe stata portata avanti una finta vendita a una società con sede in Cina. Auto di lusso che non sarebbero mai arrivate a destinazione.