Una è ucraina, l’altra è russa. Entrambe sono infermiere e parteciperanno alla Via Crucis al Colosseo per il Venerdì Santo. Due donne simbolo, non solo per la lotta al Covid, ma soprattutto per la guerra. Anche per questo non sono mancate le polemiche. Albina è russa e studia al terzo anno del corso di laurea in Infermieristica dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. Irina è ucraina ed è già infermiera al Centro di Cure Palliative “Insieme per la cura” della Fondazione del Policlinico Universitario dell’Opus Dei. Insieme hanno trascorso i mesi duri della pandemia Covid, ora c’è la guerra e preoccupazioni diverse.
Albina teme di non essere più accettata, Irina teme per la sua terra. Ma l’una può contare sul supporto dell’altra, infatti anziché dividersi, questa esperienza le ha rese ancora più unite. Il loro legame resiste alla guerra, come hanno ricordato il mese scorso nell’intervista rilasciata al Tg1, nella quale hanno parlato di “condivisione della sofferenza dei due popoli“.
IRINA E ALBINA: LE POLEMICHE PER LA VIA CRUCIS…
Proprio per il messaggio di amicizia raccontato nei primi giorni del conflitto, sono state scelte per la Via Crucis. Ma diversi esponenti politici e religiosi ucraini hanno espresso riserve in merito alla partecipazione di Irina e Albina alla Via Crucis. In particolare, l’arcivescovo greco-cattolico Sviatoslav Shevchuck e l’ambasciatore presso la Santa Sede Andrii Yurash. Ma il nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas, ha chiarito che la scelta di far partecipare le due donne è un segno che non va interpretato come un anticipo di riconciliazione, ma come un momento di preghiera sotto la croce. Nonostante le polemiche, Irina e Albina saranno comunque al Colosseo con la croce in mano. “Insieme si potrebbe fare tanto. L’umanità si deve unire insieme per cercare di trovare la pace e una soluzione a tutto quello che sta accadendo“, ha dichiarato Irina ai microfoni dei media vaticani.