L’Irlanda si interroga sulla sua neutralità militare. La guerra in Ucraina e i timori per la sicurezza spingono a prendere in considerazione l’ipotesi di un’adesione alla Nato. A sancire l’apertura è il ministro degli Esteri Micheál Martin, il quale in vista di un forum pubblico sulla questione che si terrà il mese prossimo, ha dichiarato che serve un dibattito «aperto e onesto». Quindi, si discuterà del «significato della nostra attuale politica di neutralità militare» per valutare «se è adatta allo scopo nell’attuale contesto di sicurezza globale e se dobbiamo definire più chiaramente cosa intendiamo, e non intendiamo, per neutralità militare».



L’auspicio del ministro, secondo quanto riportato dal Financial Times, è che questo forum fornisca uno spazio «per discutere quali altre scelte di politica di sicurezza possano esistere per la nostra isola, così come le nostre responsabilità nei confronti di altri partner». Ma Martin, che è pure ministro della Difesa in Irlanda, ha chiarito che non si tratta di una «semplicistica scelta binaria» tra «restare come siamo oggi o cercare subito di entrare in un’alleanza militare come la Nato», perché queste due «non sono le uniche opzioni».



FINE DELLA NEUTRALITÀ MILITARE PER L’IRLANDA?

La neutralità militare dell’Irlanda è consolidata: precede la Seconda guerra mondiale. Infatti, la spesa per la difesa è una frazione di quella degli altri Paesi dell’Unione europea. Ma potrebbe essere messa in discussione ora, anche alla luce degli ultimi avvenimenti, e ciò non riguarda solo la guerra in Ucraina. Il professor John O’Brennan, che insegna politica europea all’università di Maynooth, ha ricordato al Financial Times l’attacco ransomware russo al servizio sanitario nazionale irlandese nel 2021 e le incursioni di navi russe nelle acque irlandesi con il sospetto che stessero mappando le infrastrutture. Quindi, ritiene che l’Irlanda debba rivedere la sua «mentalità da struzzo».



L’Irlanda, che ha una tradizione di assemblee cittadine convocate per discutere di cambiamenti costituzionali (come la fine del divieto di aborto), stavolta ha optato per un forum consultivo che coinvolgerà mille persone tra cittadini, esperti, personale accademico e di servizio: si riuniranno dal 22 al 27 giugno a Cork, Galway e Dublino. Il forum, presieduto dall’ex vice cancelliere dell’università di Oxford Louise Richardson, presenterà poi un rapporto al ministro Micheál Martin, dopo il quale deciderà se raccomandare o meno cambiamenti al gabinetto.

IRLANDA NELLA NATO? UN FORUM PER APRIRE DIBATTITO

Al forum prenderanno parte esperti della Novergia, membro della Nato che ha una lunga storia di operazioni internazionali di costruzione della pace, della Finlandia, che ha ricevuto il via libera ad entrare nella Nato, e della Svezia, che sta cercando di aderire. Anche la Svizzera, da sempre neutrale, sarà invitata a prender parte al dibattito. Secondo il ministro Micheál Martin è arrivato il momento di esaminare il meccanismo del «triplo blocco», per il quale prima che almeno 12 militari vengano dispiegati all’estero serve l’approvazione del governo e del parlamento irlandesi, nonché un mandato delle Nazioni Unite. Inoltre, ha evidenziato che la convinzione di lunga data dell’Irlanda che la sua posizione ai margini dell’Europa la tenga al sicuro è messa in discussione in questa epoca globalizzata. «Non possiamo più contare sul nostro isolamento geografico per la nostra sicurezza, né credere di poterci isolare dagli eventi mondiali». Da non trascurare anche il fatto che in Irlanda ci sono nove delle 10 principali aziende tecnologiche e di comunicazione a livello mondiale, quindi tenendo anche conto della sua «vulnerabilità» per la posizione dei cavi sottomarini transatlantici, le conseguenze in caso di attacco ad essi potrebbero essere «devastanti» per l’Irlanda e i suoi partner. «Dopo gli attacchi ai gasdotti energetici Nord Stream nel Mar Baltico nel settembre 2022, non possiamo ignorare le particolari vulnerabilità poste alle infrastrutture energetiche e di comunicazione, in tutta Europa, e soprattutto nelle acque dell’Atlantico settentrionale, vicino alle nostre coste». Un portavoce del ministero degli Esteri dell’Irlanda ha dichiarato che si sta discutendo di un «possibile impegno» con la nuova Cellula di coordinamento delle infrastrutture critiche sottomarine della Nato.