Come funzionerà l’Irpef nel 2023
Assieme alla Legge di Bilancio approvata dal governo di Giorgia Meloni è iniziata a ventilare anche l’ipotesi di un cambio di rotta nell’Irpef. L’Imposta sul reddito delle persone fisiche rimarrà, concretamente, invariata nel 2023, ma grazie alla delega fiscale della Legge, dal 2024 si pensa di ridurre gli scaglioni di reddito sui quali si calcola l’Irpef, dopo il taglio che era già stato fatto con la Manovra del 2022 di Mario Draghi.
Nel 2023, insomma, l’Irpef rimarrà invariata e prevederà ancora l’attuale ripartizione in 4 scaglioni (dopo che Draghi aveva tagliato il quinto lo scorso anno). Il primo che prevede una tassazione del 23% per i redditi fino a 15 mila, che sale al 25% per i redditi entro i 28mila. Tra i 28 e i 50 mila l’aliquota rimane al 35%, e rimane anche al 43% per i redditi oltre i 50mila euro. La no tax area dell’Irpef, infine, rimane fissata alla soglia degli 8.174 euro, esattamente come nel 2022. In tutto questo, però, sembra inserirsi al delega fiscale, che da febbraio potrebbe rimescolare le carte in tavola, portando gli scaglioni a 3 ed introducendo il già noto quoziente familiare.
Irpef: come potrebbe cambiare nel 2024
Le modifiche che potrebbero essere apportate all’Irpef sono attualmente frutto di indiscrezioni ed ipotesi, ventilate però dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Si punterà, sfruttando la delega fiscale, a portare nel Consiglio dei ministri la proposta per una riduzione degli scaglioni di reddito, riducendoli a 3, dagli attuali 4. Leo sostiene che rimane ferma la necessità di evitare gli scostamenti di bilancio, ma nell’ottica di un addolcimento generale delle aliquote.
Il primo e l’ultimo scaglione dell’Irpef dovrebbero rimanere, sostanzialmente invariati, mentre i due scaglioni centrali potrebbero essere accorpati in un unico con tassazione fissata attorno al 30%. Inoltre, nel calcolo del reddito verrà inserito anche il quoziente familiare, voluto da Giorgia Meloni per offrire una tassazione che tenga conto anche delle famiglie. In questo caso rimane da definirne l’effettivo funzionamento, ma a grandi linee dovrebbe essere una somma dei redditi dei singoli familiari. Questa verrà poi divisa per un valore proporzionale al numero di persone nel nucleo familiare, inclusi anche eventuali parenti a carico (oltre ovviamente ai bambini, anche se non producono reddito).