Compie in questi giorni 90 anni l’ISA – Istituto di Sviluppo Atesino, realtà finanziaria trentina forse poco nota ai più, ma molto solida e fortemente stimata nella business community italiana: si tratta infatti di una holding che vanta partecipazioni in circa 50 società, distribuite nei settori assicurativo, energetico/ambientale, immobiliare, industriale e turistico.
La sua storia è molto particolare: ha come azionista di riferimento la Curia di Trento e costituisce a tutti gli effetti una public company ante litteram. Le sue radici infatti affondano in una stagione lontana, ma certamente significativa. Con il nome di Istituto immobiliare trentino ebbe un ruolo cruciale nel far transitare quel territorio oltre la crisi del 1929. Il Vescovo di Trento era allora Mons. Celestino Endrici, lo stesso che fece assumere De Gasperi, perseguitato dal Fascismo, presso la Biblioteca Apostolica del Vaticano. L’Istituto contribuì a superare quella crisi attivando forme di tutela estesa, di azionariato diffuso, realizzate su un duplice presupposto: da una parte la socializzazione del rischio; dall’altra quello della responsabilità, che è insieme sempre individuale e collettiva. E nel corso dei decenni ISA si è sempre ispirata a un’economia guidata dall’etica che – come ricorda spesso l’attuale Vescovo Don Lauro Tisi – è garanzia sul medio e lungo termine di efficienza e di servizio del bene comune.
ISA sottoscrive per lo più partecipazioni di minoranza, individuando aziende che hanno potenzialità di sviluppo escludendo investimenti di tipo puramente speculativo. L’Istituto sceglie di investire in iniziative che possano avere un impatto positivo sull’economia del territorio cercando di porre massima attenzione alla trasparenza. Con l’imprenditore viene stabilito un rapporto di medio/lungo termine: fattore che qualifica la filosofia dell’Istituto rispetto a quella dominante in un mondo finanziario attirato in prevalenza dal breve periodo.
Un approccio da “capitale paziente”, che caratterizza anche Cassa depositi e prestiti impegnata proprio insieme a ISA, nella missione di costruire con TH Resorts un campione italiano nel turismo. Entrambe queste realtà guardano infatti all’industria dell’accoglienza (il Trentino Alto Adige fa scuola in materia) come asset importante per un nuovo sviluppo del nostro Paese, un settore capace di creare occupazione e di generare con investimenti mirati un effetto leva largamente quantificabile nelle sue positive ricadute sui singoli territori.
Il ruolo di questi soggetti di finanza collettiva è dunque sempre più strategico per stimolare una capacità imprenditoriale che deve a sua volta aprirsi e rinnovarsi e perché in grado di avviare operazioni di grande interesse anche sociale.