Isabella Ferrari svela il suo rapporto con la bellezza e con la sua carriera passata in qualità di ospite del programma ‘Da noi… a ruota libera’ in onda su Rai 1. “La bellezza mi ha sicuramente aperto delle porte – confessa con sincerità nel salotto condotto da Francesca Fialdini –  però ho combattuto spesso per far vedere altro, per fare ruoli diversi, per non mostrare sempre e solo quella carta”. Insomma, per far emergere le capacità che l’hanno resa attrice e protagonista di film e serie tv di successo, a partire dal suo recente ritorno in Rai.



E proprio parlando dei set, Isabella Ferrari ammette che “quando sono in scena non voglio mai uno specchio, non vado mai a vedermi a monitor, non guardo mai un mio film finito”. In sostanza, riconosce che “non mi interesso così tanto di me”. In passato ha raccontato di essere stata “sempre molto agitata quando faccio le interviste”, al punto che l’ansia è stata la difficoltà più grande che abbia dovuto affrontare nel corso della sua carriera di successo, conquistandosi la simpatia e l’affetto del pubblico italiano.



Isabella Ferrari: “smartphone? Non guardiamo più il cielo”

Isabella Ferrari, ospite della trasmissione Rai ‘Da noi… a ruota libera’, riconosce che dall’inizio della sua carriera  “mi è successo troppo spesso di essere la spalla di una figura maschile che era al centro della storia”, un difetto che ha spiegato di aver riscontrato più volte nel cinema italiano. Mentre invece sottolinea che “la tv generalista è arrivata molto prima nel mettere al centro le donne, spesso delle eroine”, assegnando loro un ruolo che non sia semplicemente quello di madre, amante, amica, dunque un funzione di un altro personaggio maschile predominante. Isabella Ferrari indica senza dubbio Virna Lisi come “un’attrice importante” per lei, “incontrata al primo giorno sul set di ‘Sapore di mare’. Provavo così tanta ammirazione che mi commuovevo a guardarla”.



Mentre tornando a guardare il presente, Isabella Ferrari mostra molte riserve sull’uso dello smartphone e dei social, specie quando è eccessivo. “Si guarda questo telefonino, tutto il nostro mondo è all’interno di questa immagine – ammette – Mi dispera un po’, anche i miei figli”. E conclude che ormai “siamo tutti troppo abituati a non guardare il cielo”.