Isabella Ferrari ha le idee molto chiare sull’uso dei social e dei cellulari nei ragazzi, che ha portato i giovanissimi a vivere un distacco dalla realtà. Un vera e propria “attenzione spasmodica ai social che porta depressione”, come la definisce la stessa attrice. “Questi poveri ragazzi ne hanno passate tante, anche il Covid che li ha obbligati a un distacco che oramai fa parte di loro – commenta Isabella Ferrari tra le pagine del La Stampa – Si sono affezionati a questa vita a distanza”. Eppure proprio per questo motivo invita gli adulti a “stare attenti, seguirli e quando si notano delle problematiche non pensare di farcela da soli ma appoggiarsi alla medicina, esistono centri gratuiti dove gli psicologi fanno un lavoro egregio”.
A livello personale, Isabella Ferrari confessa che deve imporsi “di non portare il telefono sul comodino e lo chiedo anche in casa. Un problema con il quale fare i conti ma non si torna indietro, l’unica è proteggersi” dalla tentazione di immergersi n una realtà virtuale che troppo spesso ci fa dimenticare quella in cui invece viviamo per davvero.
Isabella Ferrari “vedo bellezza nella vita e nelle rivoluzioni. L’analisi mi ha aiutata”
Isabella Ferrari, nell’intervista rilasciata a La Stampa, ammette che “per quanto mi riguarda posso dire che ho iniziato grazie alla bellezza, non rinnego nulla, anzi, la bellezza mi ha aperto porte”. Mentre oggi, con la consapevolezza di una donna adulta, “vedo la bellezza altrove rispetto a prima; negli incontri, nella vita, nelle rivoluzioni che ci accompagnano. Il mondo femminile è andato oltre gli stereotipi”.
Isabella Ferrari riconosce di aver più volte desiderato di poter modificare la realtà perché “alle volte ci fa comodo, come ci fa comodo risponderci in un certo modo che ci somiglia. Penso che l’analisi mi abbia molto aiutata. Non ho paura di dire che ne ho avuto bisogno e mi ha molto aiutata almeno quanto la curiosità che mi ha dato il giusto distacco. Mi sento di promuovere la pratica sana dell’analisi che ti aiuta a capire meglio te stessa e la vita che ti circonda. Promuovo l’analisi assieme al nuoto e ai 10.000 passi al giorno”. E ammette che nei programmi televisivi quanto nella vita “per una donna è facile riconoscersi nelle cicatrici, nelle smagliature, negli errori”.