Nell’ozio, secondo Isabella Ragonese, c’è tutto: riposarsi, lunghe passeggiate, scoprire posti, leggere, vedere i film, concedersi un aperitivo con i propri affetti. Ne ha parlato al “Corriere della Sera”, sottolineando, tuttavia, che sono rari i momenti che la vedono libera da impegni lavorativi: “Il teatro è la prima passione, cerco di farlo sempre. L’amore nella vita privata? Chi lo sa… Parlo di tutto, ma qualcosa me la tengo, un pezzettino. Non credo sia interessante, davvero”.



Un altro grande interesse di Isabella Ragonese è rappresentato dalla musica, tanto che il primo format che ha fatto per Sky Arte fu “Retromania”, un programma musicale. “È il ramo su cui sono più preparata, ne ho ascoltata tantissima – ha detto l’attrice e regista –. Quando hai un fratello più grande cresci prima musicalmente. Prendevo di nascosto i suoi dischi. La folgorazione è arrivata con i Velvet Underground, mi emoziona pensare all’eccitazione di ascoltare questo vinile con la banana in copertina. Dovevo rimetterlo nello stesso punto per non farmi scoprire. Cantare? Non ho una bella voce, ma sono intonata. Condivido con mio fratello questa malattia, fin da piccoli: se ascoltiamo un pezzo lo impariamo subito a memoria, conosco canzoni assurde”.



ISABELLA RAGONESE: “FIRMARE AUTOGRAFI? MI FA PIACERE, MA AI PRIMI TEMPI…”

Quando è stata madrina al Festival di Venezia, Isabella Ragonese ha conosciuto Frances McDormand, la quale le ha augurato buona fortuna per tutto: “Simpaticissima, mi sono emozionata. Io sono riservata, non chiedo autografi, ho paura di disturbare. Quando li chiedono a me, mi fa piacere: diventa uno scambio. Però, i primi tempi non me l’aspettavo. Una volta al supermercato pagai con la carta: allora si firmava. Il ragazzo alla cassa mi chiese: ‘Che firma hai fatto?’. Pensavo di aver sbagliato qualcosa. Poi ho capito: voleva dire ‘Che film hai fatto?’. Per dire il mio rapporto con la fama”.



Infine, una battuta sulla politica: “Vengo da una città in cui fare politica è una necessità, ti fa sentire vivo – ha affermato Isabella Ragonese –. Noi siamo la generazione delle stragi del ’92. Ero alle medie, mi ha reso lampante che da soli non si va da nessuna parte. Se non stiamo bene tutti, non sta bene nessuno. Ora la faccio con i miei personaggi”.