Potremmo chiamarla l’ordinanza della discordia. Ha fatto discutere il divieto di sbarco sull’isola di Ischia per i residenti in Lombardia e Veneto, oltre che per i cittadini cinesi provenienti dalle aree dell’epidemia Coronavirus e per chi vi ha soggiornato nelle ultime due settimane. L’ordinanza è stata firmata dai sindaci dei sei comuni dell’isola, con una validità fino al 9 marzo. La decisione è stata presa dopo una riunione nel municipio di Casamicciola, in attesa di indicazioni dal governo su come agire in merito agli arrivi dei turisti in programma nei prossimi giorni, e nello specifico di quello di 850 ospiti provenienti in gran parte dal Nord Italia, previsto per domani al porto di Pozzuoli con destinazione finale Ischia Porto e Forio d’Ischia. La decisione di procedere col blocco è stata presa autonomamente, ma ha fatto subito discutere. Infatti è intervenuto il prefetto di Napoli, Marco Valentini, che ha annullato l’ordinanza firmata questo pomeriggio per bloccare gli sbarchi dei turisti provenienti da Lombardia e Veneto.
ISCHIA, DIVIETO SBARCO PER LOMBARDI E VENETI: INTERVIENE PREFETTO
Il prefetto di Napoli Marco Valentini ha sottolineato «i profili di illegittimità rilevati nell’ordinanza», definita «ingiustificatamente restrittiva nei confronti di una vasta fascia della popolazione nazionale». Inoltre, non è considerata «in linea con le misure sinora adottate dal Governo». Il prefetto di Napoli ha aggiunto che l’ordinanza dei sindaci di Ischia è stata adottata sul presupposto di un asserito decreto legge del 22 febbraio 2020 che però non è ancora stato pubblicato, e quindi è «giuridicamente inesistente». Marco Valentini, come riportato da RaiNews, ha reso noto anche di aver previsto che le forze dell’ordine dispongano «identificazioni in ambito portuale dei cittadini provenienti da Lombardia e Veneto e diretti all’isola d’Ischia». Questo per «accertare l’eventuale residenza degli stessi nei comuni già individuati dall’autorità sanitaria nei quali sussiste un cluster di infezione da virus Covid-19». Dopo il “caso Molise”, scoppia dunque quello Ischia, che anche in questo caso è stato ridimensionato.