LA DENUNCIA A SAN MARTINO VALLE CAUDINA: “MIO MARITO TESSERATO AL PD MENTRE ERA IN COMA”. ECCO COSA È SUCCESSO
I problemi sul tesseramento Pd in Campania (in particolare modo in Irpinia, ndr) sono purtroppo presenti da tempo, fin da quando nel 2021 la Segreteria Nazionale sospese più di 2500 richieste di tessere per presunte irregolarità tra pagamenti, scadenze e identità false: quanto però emerge oggi d San Martino Valle Caudina, provincia di Avellino, ha davvero dell’assurdo. Di fatto, un uomo di nome Giovanni Mista risulta tesserato e iscritto al Pd pur essendo stato in coma per per lungo tempo in ospedale: un “tesseramento a sua insaputa”, denuncia oggi la moglie Cristina Gabriella Monteanu parlandone con il “Corriere della Sera Salerno”.
Durante la fase di tesseramento al Pd il marito non poteva firmare in quanto era già ricoverato in ospedale: si è fatto due mesi di coma ma per fortuna alla fine è riuscito a vincere la battaglia con la malattia che gli causò un attacco celebrale. Dopo il trasferimento in una clinica per la riabilitazione post-coma la triste scoperta: qualcuno, senza dirlo alla coppia, ha firmato e rinnovato l’iscrizione pagando la quota della tessera annuale al Pd (quest’anno dedicata alla memoria di Enrico Berlinguer, su volontà della segretaria Elly Schlein). La notizia è stata scoperta casualmente da Mista e dalla moglie, chiedendo subito spiegazioni al circolo locale del Partito Democratico: come è stato infatti possibile che durante il coma l’uomo abbia deciso di rinnovare la sua iscrizione al Pd?
IL TESSERAMENTO PD CONTINUA NEL CAOS: “CI SIAMO SENTITI USATI DAL PARTITO. ALTRO CHE SCUSE…”
Le “motivazioni” date dalla comunità dem di San Martino Valle Caudina sono ancora più inquietanti e non ricostruiscono appieno la verità, sospettano Mista e Monteanu: «mi ha detto prima che il nome era stato fatto dal sindaco, ritrattando però dopo pochi minuti sostenendo che i nomi erano stati prelevati dalle liste degli anni precedenti». Non c’è però mai stata adesione esplicita né volontà del marito di rinnovare la tessera e non sarebbe potuto essere altrimenti visto il periodo molto difficile di salute in cui l’aderenza alla comunità politica del Pd (o a qualsiasi altro partito) era ovviamente l’ultimo dei problemi.
Ma la moglie non desiste e chiede ancora lumi sul perché possa avvenire qualcosa del genere nella gestione dei tesseramenti, ed è a quel punto che la risposta (presunta) fa ancora più infuriare la coppia: in sostanza, i dirigenti Pd avrebbero chiesto di chiudere la vicenda in maniera “amichevole”, con una banalissima telefonata di scuse. La donna però sbotta e ai colleghi del CorSera confessa di non sapere cosa farsene delle scuse, «sono entrati nella nostra sfera privata». In maniera ancora più grave la sensazione della donna è che il comportamento tenuto dal Partito Democratico di Avellino sia stato “aiutato” dal ritenere la coppia straniera e, inoltre, non interessati ad approfondire la vicenda: come a dire, “non se ne accorgeranno mai”.
Sullo stesso tenore delle tante micro-illegalità commesse nella campagna tesseramento del partito in Campania negli scorsi anni, il caso di Mista e Monteanu travalica ora fino alle cronache nazionali: «ci siamo sentiti usati», attacca la donna spiegando come il coma del marito poteva far loro sembrare che la coppia non si sarebbe mai interessata nel chiedere spiegazioni sul rinnovo dell’iscrizione. «Ritenevano di avere la strada libera perché sono straniera e perché pensavano che non mi sarei interessata della vicenda. Ma non è assolutamente così», conclude la moglie sottolineando che il suo non è affatto un caso isolato, ma vi sarebbero anche altri – come una loro amica iscritta assieme ai due fratelli – anche in quel caso in maniera completamente “non saputa”. Davanti alle malattie, le difficoltà di alcune famiglie, il comportamento – da verificare – dei circoli locali Pd è di una gravità inaudita e se nel 2021 l’allora segretario Letta aveva disposto un surplus di indagine interna su casi analoghi, è chiamata la Segreteria attuale di Elly Schlein ad approfondire nel merito. Ad epilogo tutt’altro che felice della vicenda politica, Cristina Gabriella Monteanu racconta che sempre mentre era in coma il circolo locale del Pd voleva far assumere il marito come operaio semplice interinale: anche in questo secondo caso, senza minimamente avvisare la famiglia e pensando così di pulirsi la coscienza senza far esplodere il caso a livello nazionale. Non è bastato.