Isidoro Raponi è morto lo scorso venerdì 27 maggio, ma soltanto adesso la notizia è stata resa nota da un addetto stampa della Disney a “The Hollywood Reporter”. Il genio degli effetti speciali, come riportato da Adnkronos, aveva 76 anni e si è spento per una insufficienza cardiaca congestizia mentre si trovava in una struttura di riabilitazione di Los Angeles. Lascia la moglie Nina, con cui era unito da 40 anni, e la figlia Tiziana. Il figlio Daniel, invece, è prematuramente scomparso nel 2007.
L’eredità lasciata è inestimabile. A soli 18 anni, infatti, iniziò a dilettarsi nel mondo degli effetti speciali. Fu un apprendista di Carlo Rambaldi, futuro premio Oscar, per caso. Da piccolo, nella sua Frosinone, infatti, rimase attratto dal laboratorio di quest’ultimo, che si trovava proprio di fronte la libreria della famiglia Raponi. È così che il maestro lo assunse nel 1963 e lo tenne al suo fianco nei 15 anni successivi, facendo sì che contribuisse alla realizzazione di una serie di film italiani popolari. La vera fortuna però arrivò con il trasferimento negli Stati Uniti.
Isidoro Raponi è morto: i suoi migliori successi nel mondo degli effetti speciali
Gli Usa aprirono le porte del successo a Isidoro Raponi, recentemente morto all’età di 76 anni. Si trasferì a Los Angeles insieme a Carlo Rambaldi nel 1975 per lavorare al remake di King Kong del 1976 del produttore Dino De Laurentiis, per il quale il suo maestro ricevette anche un premio speciale agli Oscar. Poi lo aiutò nuovamente a vincere gli Oscar per Alien nel 1979 per e E.T. l’extra-terrestre nel 1982. Le onorificenze in qualche modo portavano anche il suo nome.
Alla fine degli anni Settanta, dopo essersi rimesso in proprio, ha firmato effetti meccanici per film come Tron (1982) e Ritorno alla quarta dimensione (1985). Per la Disney invece ha creato i dinosauri di Baby – Il segreto della leggenda perduta. Negli anni Duemila ha collaborato con Martin Scorsese per Gangs of New York(2002) e The Aviator (2004).