L’Isis-K, secondo un report presentato martedì scorso dal Pentagono al dipartimento della Difesa, la filiale dello Stato islamico in Afghanistan “probabilmente svilupperà la capacità di prendere di mira gli Stati Uniti entro i prossimi 12-18 mesi”. Come riporta il quotidiano “La Verità”, nel rapporto si dice che “il governo talebano ha difficoltà a contenere i più di 2.000 membri dell’organizzazione jihadista. Addirittura, a detta del generale di corpo d’armata Giorgio Battisti, “con l’attenzione totalmente focalizzata sul conflitto in Ucraina, il mondo occidentale si è dimenticato completamente dell’Afghanistan dove, con l’arrivo del disgelo, è iniziata la tradizionale fighting season che caratterizza da secoli questo affascinante, ma difficile, Paese”.



Battisti ha aggiunto che “i talebani, che per 20 anni hanno combattuto il governo sostenuto dagli Stati Uniti, si trovano ora – a ruoli inversi – a dover contrastare un’insorgenza variegata e diffusa su tutto il vasto territorio”. Secondo il generale, sono presenti, infatti, diverse formazioni armate che, per finalità molteplici, contendono il controllo del Paese al governo talebano. Innanzitutto Isis-K, che conduce una lotta contro l’autorità centrale prevalentemente con sanguinosi attentati terroristici effettuati nei centri di aggregazione (moschee, scuole, ospedali) ai danni della popolazione, soprattutto di etnia hazara, per dimostrare l’incapacità talebana di garantire, a dispetto dei proclami, la sicurezza interna alla società afghana. Inoltre, “un ulteriore problema per i talebani è rappresentato dal National resistance forces of Afghanistan (Nrf ) guidato da Ahmad Massoud, sia i trafficanti di droga che necessitano della libertà di movimento per esportare il prodotto all’estero”.



PENTAGONO CHOC: “ISIS-K SEMPRE PIÙ FORTE”

Per tornare all’Isis-K, su “La Verità” si legge che “la filiale locale dell’Isis è diventata sempre più forte e ha reclutato più combattenti dal ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan. Inoltre, la crescita dell’Isis-K arriva quando le capacità delle forze armate statunitensi di tracciare e fermare le minacce in Afghanistan sono diventate significativamente ridotte”.

Nel marzo scorso, l’ex capo del comando centrale generale Frank McKenzie ha dichiarato che “in assenza di una pressione effettiva, quella minaccia non farà che crescere e metastatizzarsi nel tempo”. Ora, conclude il quotidiano, “il leader dell’Isis-K pensa in grande, al punto di voler attaccare gli States. Il progetto è molto ambizioso e pericoloso, inoltre non è detto che i vertici iracheni dell’Isis autorizzino questa ascesa. Anzi, la impediranno”.