Nel giorno in cui a Roma si è riunita la ministeriale della coalizione anti-Daesh, è il professore Francesco Strazzari della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ad intervenire a Checkpoint su Rai News e a fare il punto sullo stato dell’arte dell’ISIS, in particolare in un’area strategica come quella del Sahel. Il prof. Strazzari ha spiegato: “L’Isis rompe l’eccezione della sua assenza dallo scenario che sta a sud del deserto del Sahara incominciando ad attaccare al-Qaeda che da sempre è stata nel Maghreb islamico, così recita la sua propaganda, la forza egemone, e che è stata ed è combattuta proprio mentre sta negoziando con i governi locali, mentre la lotta al terrorismo come grande paradigma va arenandosi dall’Afghanistan ad altri scenari globali. Al-Qaeda negozia, attacca i francesi ma cerca di evitare morti civili, l’Isis invece attacca nei villaggi, è colpevole degli attacchi che fanno più di 100 morti in maniera indiscriminata soprattutto nella regione delle tre frontiere tra Burkina Faso, Mali e Niger“. In questo senso si inserisce la notizia della morte di un leader locale di Boko-Haram, ucciso proprio dall’Isis, che mira a costituire una “forza comune” in questa regione fatta di governi molto instabili.



“ISIS ELEMENTO DESTABILIZZANTE IN ASIA E’ POLPETTA AVVELENATA DI TRUMP”

Il fatto che vi siano all’incirca 60mila foreign fighters nelle prigioni in Siria rappresenta “un enorme problema” perché Paesi come Francia e Gran Bretagna sono soliti togliere la cittadinanza ai loro connazionale che si uniscono ai terroristi. Secondo Strazzari a pagare il prezzo più alto sono i loro figli “che in queste prigioni vengono avviati ad una carriera nel jihadismo armato“. Secondo il professore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Isis in questo momento sta allargandosi anche a Paesi come la Somalia dove fino a poco tempo fa primeggiava Shabaab, colpisce tutti e mostra le immagini dei suoi foreign fighters prigionieri per alimentare l’immagine di vittima “di cui si nutre l’ideologia del martire“. Il coinvolgimento di tanti Paesi nella regione, mette in guardia Strazzari, potrebbe provocare tensioni, di certo c’è che “l’Isis non gioca con nessuno ed è il nemico di tutti in questo momento”. Sull’Afghanistan l’esperto ha dichiarato: “L’Isis sta attaccando per rompere l’equilibrio. I Talebani sono nemici, vengono attaccati a loro volta. L’obiettivo è far esplodere la guerra civile come fece in Iraq per insinuarsi. L’Asia come paradigma del fallimento di guerra al terrore e Isis come elemento di destabilizzazione all’interno: questa è la polpetta avvelenata che ci arriva dopo gli anni di Trump“.

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