GLI USA HANNO ELIMINATO IL CAPO DELL’ISIS
Gli Stati Uniti hanno ucciso in un raid in Siria il capo dell’Isis, il Califfo Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi: l’annuncio è stato dato a sorpresa dal Presidente Joe Biden con un comunicato direttamente dalla Casa Bianca. «Il presidente Biden, il vicepresidente Harris e i membri della squadra di sicurezza nazionale del presidente osservano l’operazione antiterrorismo responsabile della rimozione dal campo di battaglia di Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, il leader dell’ISIS», si legge nel tweet
Questo invece il messaggio diffuso dal Presidente degli Stati Uniti al termine dell’operazione in Siria che ha portato all’eliminazione del secondo califfo della storia dell’Isis: «Ieri sera, sotto la mia guida, le forze militari statunitensi nel nord-ovest della Siria hanno intrapreso con successo un’operazione antiterrorismo per proteggere il popolo americano e i nostri alleati e rendere il mondo un posto più sicuro. Grazie all’abilità e al coraggio delle nostre forze armate, abbiamo portato via dal campo di battaglia Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, il leader dell’ISIS. Tutti gli americani sono tornati sani e salvi dall’operazione. Consegnerò osservazioni al popolo americano più tardi questa mattina. Possa Dio proteggere le nostre truppe». Nelle prossime ore il Presidente Biden si rivolgerà alla nazione alle 15.30 (ora italiana) per spiegare in che contesto sia avvenuto l’omicidio militare per importanza secondo solo agli attentati contro Bin Laden e il califfo al Baghdadi.
CHI ERA IL CALIFFO AL-QURAYSHI
Il vero nome del Califfo era Amir Mohammed Abdul Rahman al-Mawli al-Salbi, ma era conosciuto con il nome di battaglia di Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi dopo essere divenuto il leader di Daesh al seguito dalla morte del califfo al-Baghdadi. In audio diffuso dall’agenzia di stampa AMAQ il 31 ottobre 2019 venne ufficializzata la morte del fondatore di Daesh, con l’annuncio del “voto” avvenuto nel Consiglio della Shura dell’Isis: si sa molto poco del terrorista oggi eliminato dagli Stati Uniti, se non quanto spiegato in quello stesso vocale studiato a lungo dagli analisi internazionali. Veniva rivolto un appello che invitava «tutti i mujaheddin a giurare fedeltà al nuovo califfo». In merito alla figura di al-Qurashi, il portavoce Isis lasciava intendere che sia un veterano del jihad, che abbia «combattuto contro la protettrice della croce», ovvero l’America, e che sia un «conoscitore delle sue guerre e consapevole della sua astuzia». In quel messaggio veniva lanciata la fatwa contro l’Occidente all’epoca guidato da Trump: «Non rallegratevi perché il nuovo califfo vi farà soffrire più del predecessore e quello che vi è stato inflitto da al-Baghdadi, in confronto avrà un sapore dolce». Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, nel blitz delle scorse almeno 13 persone sarebbero morte, tra cui donne e bambini: nessun soldato americano invece sarebbe rimasto ferito pur essendo intervenuti direttamente, a differenza delle altre precedenti missioni anti-Isis tutte avvenute con l’uso di droni. Come confermano i media Usa, quello di oggi è stato il raid più importante nella provincia di Idlib dall’assalto americano del 2019 in cui morì proprio il fondatore dell’auto proclamatosi Stato Islamico.