Islam e islamismo, qual è la differenza? A parlarne sulle colonne del Figaro, come riportato nel Foglio internazionale, è stato Richard Malka, l’avvocato che ha difeso con successo Philippe Val, l’editore di Charlie Hebdo, dalle accuse di razzismo in seguito alla pubblicazione sulla rivista delle caricature di Maometto. “Per riprendere le parole del mio amico defunto Abdelwahab Meddeb, l’islamismo è il cancro dell’islam. Bisogna dire le cose come stanno”, ha affermato.
La distinzione tra i due fenomeni, secondo lo scrittore, sarebbe netta fin dalle origini. “C’è una visione che mette la libertà dell’uomo e la ragione al centro della religione, è l’islam dei primi secoli, del sapere, della conoscenza, dei grandi filosofi, mentre l’occidente versava nell’oscurantismo. Ma c’è anche un islam rigorista, che rifiuta l’interpretazione dei testi e pensa che il Corano sia increato, che sia la parola di Allah stesso e non del suo profeta, e dunque è immutabile. E’ un islam della sottomissione, dell’obbedienza, del rifiuto della ragione”, ha spiegato.
Islam e islamismo: l’avvocato Richard Malka racconta il caso di Charlie Hebdo
A proposito della distinzione tra islam e islamismo, il caso relativo agli attacchi a Charlie Hebdo è emblematico. “Nel 2007 e affermavo che i veri razzisti erano quelli che ci accusavano di islamofobia. Perché noi, trattavamo tutti allo stesso modo. Mentre quelli che ci incriminavano ritenevano che i musulmani non fossero capaci di avere un certo distacco rispetto alla loro religione, non avevano senso dell’umorismo, e dunque bisognava trattarli in maniera diversa”.
A creare delle discriminazioni sarebbe dunque l’islamismo stesso, che si chiude in se stesso. “Volevano una legge per limitare la libertà d’espressione quando si parlava specificatamente di islam. E’ il vero razzismo, è estremamente paternalista. Come ha detto Salman Rushdie, l’islamofobia è un’arma di censura affinché i ciechi restino ciechi, per impedire qualsiasi critica dell’integralismo, del fanatismo, dell’islamismo, dei Fratelli musulmani. È un’arma dell’ideologia vittimista per colpevolizzare continuamente l’altro e farlo tacere”, ha concluso.