È difficile negare che in ambito europeo i francesi abbiano dimostrato una grande profondità nell’analizzare gli aspetti storici, ideologici e organizzativi dell’islam radicale come dimostrano due recenti saggi: il primo scritto a quattro mani da Alain Rodier e Jean Lafontaine, L’Islam radical en France. Pour y voir claire, peri tipi di H&C, il secondo di Youssef Chiheb dal titolo “Les theoriciens de l’Islam radical”, edito da Va Press.



In relazione ai centri di ricerca francesi che si sono contraddistinti a livello internazionale per la lungimiranza e la profondità delle analisi sull’islamismo radicale certamente spicca il Centre français de recherche sur le renseignement (Cf2r) diretto da Eric Denécé e, in particolare, lo studioso Abderrahmane Mekkaoui, membro del Centro francese che ha analizzato i contenuti del sito islamweb.net.



Islamweb.net (“Il portale della felicità!”) è il sito più visitato e più ricco di salafismo militante e portavoce ufficiale dell’Emirato del Qatar, che per islamweb.net gioca un ruolo decisivo nella concezione e nell’orientamento ideologico del salafismo globale.

Islamweb.net è stato creato proprio dal Qatar nel 1998, due anni dopo il canale internazionale Al-Jazeera (1996), come scudo politico e ideologico di protezione contro l’egemonia del grande fratello saudita wahhabita. La linea di difesa adottata da Doha ha portato alla sua alleanza strategica con due organizzazioni islamiste dalle molteplici ramificazioni: il gruppo Al-dawa wa tabligh e la Fratellanza musulmana. Queste due organizzazioni hanno numerose filiali internazionali e un’élite intellettuale attiva. Sono sponsorizzati e supportati dal Qatar attraverso il suo ministero per gli Affari religiosi che ha investito notevoli risorse tecniche, finanziarie e umane per la promozione del sito.



Islamweb.net è un portale islamista rivolto a tutti i segmenti della popolazione: dalla prima infanzia (asilo nido) agli anziani, compresi i giovani accademici, i non udenti, i non vedenti, eccetera di tutto il mondo. Il sito è infatti tradotto in diverse lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco, arabo e indonesiano). Il principale responsabile di questo sito salafita è Jassem Al-Ali, leader dell’organizzazione Al-dawa wa tabligh.

La missione principale di islamweb.net è la diffusione di una dottrina che pretende di rappresentare i tempi idilliaci dell’islam. Il suo obiettivo finale resta la creazione della grande comunità musulmana (umma) guidata da un califfo sul modello di Daesh nel 2014 (jihad al-tamkine), con il sostegno della Turchia. La decrittazione del suo discorso rivela la sua natura reale e cioè quella di indottrinare e reclutare per la creazione del califfato.

Questo sito gode di un traffico elevato. Ha registrato tre miliardi di visitatori negli ultimi ventidue anni e 200mila richieste di consulenza, anche legale, soprattutto da parte di giovani e donne di tutte le età. È stato visitato da utenti Internet di 190 paesi ed è persino riuscito a diventare il riferimento numero uno per le fatwa in Europa, Asia, Africa e Nord America.

Si dice che islamweb.net abbia prodotto 250mila fatwa islamiche in tutti i campi, dai rituali di base al governo dello Stato. Ciò è confermato da 8 milioni di pagine web sicure e da un aggiornamento quotidiano della piattaforma con un flusso ininterrotto di informazioni e rinnovo dei contenuti.

Ma cos’è una fatwa? Una fatwa è un’opinione legale fornita da un’autorità religiosa su un’ampia varietà di argomenti, che possono riguardare tutti gli aspetti della vita, che si tratti di religione, istruzione, vita quotidiana o persino la salute. La sessualità, la politica, la legge personale, le norme fiscali, le pratiche rituali e persino il cibo sono gli argomenti più frequentemente citati.

Dalla Guerra del Golfo del 1991, le fatwa politiche hanno iniziato a proliferare in Egitto e in tutto il mondo arabo. Questa importanza è il risultato di un forte antagonismo tra Qatar e Arabia Saudita, tra Fratelli musulmani e Wahhabiti e tra diverse scuole di pensiero musulmane sunnite e sciite. Lo scopo di questo scontro ideologico è garantire il controllo ideologico sulla comunità musulmana che de facto viene svolto dal Consiglio degli ulema dell’Arabia Saudita, che costituisce un’istituzione politico-religiosa.

È grazie ai proventi del petrolio e del gas che islamweb.net è diventato uno stato nello stato del Qatar e il braccio dottrinario di questo Emirato. E grazie al sito, il Paese è diventato la punta di diamante del proselitismo dell’islam politico tramite Internet. Pertanto, islamweb.net è diventato importante per Doha quanto l’esportazione di idrocarburi, perché tutti gli imam, predicatori e cappellani nel mondo musulmano fanno riferimento a islamweb.net.

Se analizziamo alcune fatwa, è possibile rendersi pienamente conto della pericolosità sotto il profilo culturale che rappresentano questi contenuti per l’Occidente. Vediamone alcune:

la Fatwa 1411 del 1999 difende la creazione del califfato considerandolo come un obbligo religioso musulmano. L’obiettivo di questo progetto è l’applicazione della Sharia sulla terra e la diffusione dell’islam in tutto il pianeta;

la Fatwa 1602 del 2000 raccomanda il linciaggio fino alla morte di coloro che commettono adulterio;

la Fatwa 4341 del 2000 prevede che i musulmani abbiano il diritto di possedere un numero illimitato di schiave non sposate, a determinate condizioni però: ad esempio, che la donna diventi libera se partorisce un maschio; gli è anche vietato venderla una volta diventata madre;

la Fatwa 6786 del 2014, relativa alle festività cristiane ed ebraiche, vieta inequivocabilmente ai musulmani di celebrare il Natale, la Pasqua, l’Ascensione eccetera. Il sito ritiene che le feste di altre religioni siano illegali e costituiscano un’eresia che simboleggia l’incredulità e la perversione;

la Fatwa 25367 del 2014 riguarda il fatto che la bestemmia del Profeta (disegni, caricature, statue, canti) è vietata e punibile con la pena di morte da parte dello Stato del Qatar. Se un musulmano applica questa sanzione di propria iniziativa, dopo aver consultato il sito, la sua condanna sarà leggera. Questa fatwa è la fonte di tutti i pericoli ed è responsabile della crescente tensione tra l’emigrazione e il paese ospitante. In effetti, alcuni giovani che si sono radicalizzati hanno pensato di applicarla da soli (vedi il caso di Samuel Paty);

la Fatwa 429283 del 2020, emanata durante il regno del giovane principe Tamim, afferma che l’omosessualità è punibile con la pena di morte indipendentemente dallo stato dell’autore.

Dato il numero di fatwa (250mila), è impossibile rivedere tutti i pareri legali pubblicati che incitano alla violenza, al razzismo e alla misoginia. I pochi esempi presentati sopra consentono di misurare che i valori sostenuti da questo sito e dallo Stato che lo finanzia sono contrari alla Carta internazionale dei diritti umani.

Paradossalmente, le fatwa di islamweb.net non alludono a Daesh, Al-Qaeda, Fratelli musulmani, wahhabismo e nemmeno all’organizzazione islamista Al-dawa wa tabligh. Tuttavia, costituiscono la spina dorsale e le basi del discorso del salafismo globale e dovrebbero quindi essere oggetto di monitoraggio sistematico.