Giungono notizie e dichiarazioni sempre più inquietanti da Kabul, in Afghanistan, dopo il ritorno del regime dei talebani, e le prospettive sono tutt’altro che rosee per gli afghani rimasti nella propria terra d’origine, a cominciare dalle donne, così come si capisce chiaramente dalle parole rilasciate nelle scorse ore da Mohammad Ashraf Ghairat, il 34enne neo rettore dell’Università di Kabul, che ha dichiarato: «Vi do la mia parola: fino a quando non avremo instaurato un vero ambiente islamico per tutti, alle donne non sarà concesso di lavorare o entrare in università. L’islam viene prima».



Il sindacato degli insegnanti ha chiesto di rimuovere lo stesso Ghairat subito dopo la nomina (aveva detto che le scuole sono “centri di prostituzione”), ma questi ha replicato al New York Times: «Non ho ancora iniziato il mio mandato. Come possono sapere gli insegnanti se sono qualificato o no per questo ruolo? Lasciamo che sia il tempo a dimostrarlo». Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, ha cercato di gettare acqua sul fuoco spiegando che le parole di Ghairat «potrebbero essere le sue visioni personali», per poi confermare che le donne non potranno studiare o lavorare «fino a quando troveremo mezzi sicuri di trasporto e costruiremo un ambiente in cui le donne siano protette».



“ISLAM PRIMA DELLE DONNE”, IN AFGHANISTAN DIVIETO DI TAGLIARE LA BARBA, E CHI RUBA…

Altra decisione assurda, quella presa dalla sezione regionale del ministero della Promozione della Virtù e della lotta contro il vizio, per cui i barbieri saranno puniti se raderanno o accorceranno le barbe dei propri clienti: «Chiunque viola le nuove regole verrà punito e non avrà il diritto di protestare».

Infine Nooruddin Turabi, tra i fondatori dei talebani, ha confermato all’Associated Press che chiunque sarà sorpreso a rubare, verrà punito con il taglio della mano: «Il taglio della mano è una misura necessaria – ha dichiarato in un’intervista – lo facciamo per la sicurezza. Nessuno potrà dirci quali leggi dovremmo applicare e quali no».