Rémi Brague è professore emerito di filosofia all’Università di Parigi e di Monaco, oltre che studioso di filosofia araba e di islam. E proprio attorno a questa religione si sono concentrati i suoi ultimi ragionamenti, condivisi in un libro uscito da poco, oltre che in un’intervista sulle pagine del quotidiano francese Le Croix. “Avevo un obiettivo”, racconta, “fare chiarezza, introdurre distinzioni dove c’è molta confusione e pregiudizio“.
“Soprattutto”, continua a spiegare, “volevo interrogarmi sulle nostre difficoltà a comprendere l’Islam com’è veramente, perché tutti noi, credenti o atei, abbiamo gli occhiali cristiani”. Una religione frastagliata anche nelle sue interpretazioni interne, e che si risolve con “i musulmani che si criticano a vicenda come pazzi”. Sostiene, infatti, che “non essendoci un magistero, un Papa o un Gran Sinedrio, chiunque può dire cosa sia l’Islam”. Complessivamente, però, ha individuato un percorso comune che ha accompagnato la religione nei secoli, ed ha capito che “c’è, ad esempio, l’idea che la ragione umana non sia in grado di dire ciò che piace a Dio. Quindi la rivelazione non riguarda la natura di Dio, ma la sua volontà“.
Cos’è veramente l’Islam
Analizzando l’islam, insomma, ha capito che per noi è complesso da comprendere perché “il cristianesimo dice: ‘Dio è difficile da conoscere, abbiamo bisogno di modi per provare la sua esistenza’ e per sapere come comportarci abbiamo la ragione naturale“. Per i musulmani, invece, è il contrario, “l’esistenza di Dio è evidente: basta aprire gli occhi e vedere le meraviglie del creato, e Dio è lì. D’altra parte, la ragione non segue“.
Le leggi sul comportamento umano nell’islam, spiega ancora Brague, “vengono direttamente da Dio”, mentre la legge islamica “è umana, è il modo in cui le ingiunzioni divine vengono comprese e applicate“. Inoltre, i crisitiani si interrogano su una cosa fondamentale, “certe pratiche sono buone perché Dio le comanda? O Dio le comanda perché sono buone?”, mentre per i musulmani “le cose sono buone perché Dio le comanda. Se si considera il bene come qualcosa di diverso da Dio, si commette l’unico peccato che Dio non perdona“. Nell’islam, conclude, “Dio è inconoscibile. Possiamo conoscere la sua volontà, ma non abbiamo idea di cosa sia. Egli è al di sopra della storia“.