E nel 2021 arriviamo a scoprire che anche un’acqua oligominerale deve stare attenta a “cosa” dice e “come” pensa se non vuole poi trovarsi una sfuriata mediatica di bibliche proporzioni tra boicottaggi, pubblicità negativa e commenti deplorevoli di presunti intellettuali. È successo questa volta alla francese Evian, tra le più famose marche di acque “lussuose” presenti al mondo, quello che era accaduto in passato a Barilla, Dolce & Gabbana, Nestlé, Coca Cola e chi più ne ha ne metta: basta uno spot, un tweet, una battuta magari inutile e banale, e qualcuno ad ogni capo del mondo può “indignarsi” e pretendere scuse immediate come è successo questa volta alla marca made in France.
Il 13 aprile scorso, nel giorno di inizio mondiale del Ramadan (il mese di preghiera e digiuno praticato dai fedeli islamici), i canali social dell’Evian lanciano un breve post pubblicitario che voleva suonare simpatico e nulla più: «Ritwittate se avete già bevuto un litro di Evian oggi». 10 parole evidentemente bastano per creare un putiferio: diversi commentatori, inizialmente islamici, ma anche semplici internauti, piazzano il tweet in tendenza per un’enorme mole di critiche riassunte in due tweet come «Non lo sapete che sono in milioni a digiunare in Francia da oggi?» oppure «non vi vergognate a pubblicare proprio oggi questo post?».
LE SCUSE E L’ACQUA POLITICAMENTE CORRETTA
Polemiche inutili? Tutt’altro, il team dei media manager di Evian corrono subito ai ripari sentendosi colpevoli e dimostrandolo con il secondo subitaneo tweet di giornata: «Buonasera, il team di Evian si scusa per la goffaggine di questo tweet che non intendeva essere provocatorio». Inevitabile lo scontro politico nella Francia che sul tema islam non si scopre certo l’acqua calda (non abbiamo resistito alla battuta, ndr) evidenzia un forte nervo scoperto: «sottomissione all’islamismo» attaccano dalla destra francese contro Evian. I Repubblicani invitano alla calma ma sottolineano anche con un deputato «c’è una grave deriva in Francia. A differenza delle teocrazie musulmane, la Francia non si ferma durante il Ramadan. La laicità è anche un patto di discrezione. Tutti devono sottomettersi ad esso».
Il politicamente corretto non è solo un’imposizione che alcuni organismi culturali, politici, mediatici richiedono sempre più spesso, ma è proprio una “forma mentis” che ti porta a non osare mai nulla per paura di risultare “offensivo” per qualcuno. Fino al paradosso di chiedere scusa dopo qualche tweet di utente su di giri contro la marca “ricca” del mercato agroalimentare europeo. “Il diavolo e l’acqua santa” si diceva un tempo: ecco, qui noi intravediamo solo un “diavolo” – come l’esplosione oltre ogni limite dell’ideologia sul “politicamente corretto” – e un’acqua tutt’altro che santa, bensì “corretta”, “scusante” e prona al pensiero unico dominante. Per chi ha sete di verità e di libertà, ripassare un’altra volta.