La Lega deve cambiare, non la sua essenza, ma il suo approccio. “Per difendere gli interessi nazionali bisogna fare alleanze”. A tracciare il percorso che il Carroccio dovrebbe seguire in Europa è il suo responsabile Esteri, Giancarlo Giorgetti. Per questo sono cominciati gli incontri con gli europarlamentari. Un’occasione per “coordinare il lavoro in Europa ed evitare incidenti che nascevano da mancate comunicazioni come l’astensione alla condanna di un dittatore come Lukashenko”, ha dichiarato nell’intervista rilasciata oggi a La Verità. All’incontro con i 28 europarlamentari si è parlato anche dell’eventuale avvicinamento al Ppe. “Ho ribadito anche oggi che non ho mai detto che bisogna entrare nel Ppe”. D’altra parte, essendo il baricentro dell’Ue, l’attenzione è inevitabile. La Lega non diventa europeista, ma cambia approccio. “Semplicemente la Lega è consapevole che la politica non è il regno delle utopie e delle illusioni”. In questa fase serve pragmatismo, secondo Giorgetti, “per diventare attori della politica italiana ed europea”.



LEGA, GIORGETTI “NON POSSIAMO DIRE SEMPRE NO”

Anche l’Europa sta cambiando. “Dobbiamo capire che non ha senso dire sempre no”, ha dichiarato Giancarlo Giorgetti a La Verità. Non manca un attacco al Partito democratico, quando viene mossa l’accusa alla Lega di presunta incoerenza. “Se il Pd, che è stato per 20 anni suddito custode dell’austerità europea, oggi dice il contrario non possiamo certo essere tacciati noi di incoerenza. Non stiamo parlando di dottrina”. Quelli di Giorgetti sono segnali importanti. La Lega deve aprirsi all’Europa, senza perdere la sua identità. “Per difendere gli interessi nazionali, bisogna fare alleanze. L’isolamento è l’inizio della fine”. La Lega simpatizza per Trump, ma è pronta a parlare anche con Biden, perché “sui grandi temi bisogna sapersi confrontare”. Ma Giorgetti ha parlato anche dell’emergenza coronavirus e del rischio lockdown: “La tutela della salute è fondamentale, ma chi stabilisce che è così in pericolo da compromettere le libertà delle persone? Fino a prova contraria siamo ancora in una democrazia liberale”.

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